Le ricette mediche andranno esclusivamente in formato digitale, addio a quelle cartacee, secondo la Legge di Bilancio all’approvazione in queste settimane, già a partire dal 2025: ma il sistema mostra già numerosi difetti.


Tra poco più di due mesi, le prescrizioni mediche dovrebbero essere disponibili solo in modalità informatizzata. Un cambio epocale nel sistema sanitario Italiano all’insegna della dematerializzazione che, però, potrebbe non rendere più facile la vita a tutti.

Oltre agli inevitabili disagi che ogni radicale cambiamento delle abitudini porta con se, preoccupa  soprattutto la situazione degli anziani, i principali fruitori delle ricette in convenzione, fornite dal Servizio Sanitario Nazionale.

Il sistema è già in tilt

Inoltre, proprio in questi giorni, nei quali si discute di una scelta così radicale, il sistema, dopo aver attraversato la fase sperimentale durante la pandemia e superate le successive proroghe sembra essere andato in tilt. Problemi seri in tutta in Italia, con punte di maggiori disservizi in alcune grandi Regioni, come per esempio in Toscana, dove si legge in una nota ufficiale diffusa ai mezzi di informazione come stia accadendo che: “Il sistema che permette ai medici di medicina generale, ai pediatri e a tutti gli specialisti ospedalieri di produrre ed emettere ricette elettroniche dematerializzate continua a funzionare a singhiozzo. Si tratta di un disservizio nazionale, che negli ultimi giorni ha creato in alcuni momenti addirittura un blocco totale, dovuto a guasti sui sistemi centralizzati gestiti dalla società Sogei del Ministero”.

L’allarme dei medici di famiglia

Già nei giorni scorsi i medici di famiglia, per i quali in gran parte la situazione rimane del tutto simile a quella odierna, avevano avanzato alcune perplessità rispetto alla totale messa al bando delle ricette ‘fisiche’. Sul tema, Sergio Bartoletti, vice segretario della Fimmg, Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, aveva fatto notare come che “non tutti i farmaci nelle ricette bianche sono dematerializzabili: a esempio non lo sono sonniferi e tranquillanti”.

E aveva aggiunto alcune considerazioni in merito alle problematiche che potrebbero riscontrare gli anziani dichiarando: “oggi già stampiamo per loro le ricette quando vengono a studio e continueremo a farlo se necessario. Quello che chiediamo è che anche tutti gli altri medici specialisti, compresi i dentisti, facciano le ricette digitali e non ci obblighino a noi a fare i tipografi contoterzisti facendo materialmente le prescrizioni al loro posto”.

Non totale allineamento quindi, tra potere decisionale e chi è sempre più spesso ‘in trincea’ come medici di famiglia e professionista degli ospedali.

Quali sono gli scenari complessi dell’addio alle ricette cartacee per i farmaci dal 2025?

Sommando lo scenario fin qui ricostruito ai ‘capricci’ del sistema di spedizione delle ricette elettroniche che ormai da giorni sta subendo rallentamenti e blocchi a livello nazionale, la situazione comincia ad essere di complessa gestione. Pesanti le ricadute proprio per gli ambulatori dei medici di famiglia, per il persistere dei sistemi in tilt.

Sempre rispetto al caso della Regione Toscana, la Regione che più attivamente si è fatta portavoce dei disservizi nazionali, a inizio settimana la principale Asl regionale aveva parlato di un “disservizio sulla infrastruttura di livello regionale denominata Conticki, limitatamente ai servizi di presa in carico ricette dematerializzate e calcolo ticket. Le problematiche – aveva precisato l’Asl in oggetto – per la prescrizione elettronica riguardano l’infrastruttura di livello regionale (denominata SIRE3) e l’infrastruttura di livello nazionale (denominata SAC), quest’ultima fuori dal perimetro della funzione del sistema sanitario regionale toscano“.

Le proteste dei farmacisti

Sul fronte lamentele per i disservizi, si è levata con decisione anche la voce dei farmacisti, che tramite le parole del presidente di Federfarma Veneto, Andrea Bellon, hanno denunciato “ giorni che, di fronte alle persone in coda convinte di ritirare i farmaci al banco, dobbiamo scusarci per un disservizio che non dipende da noi”.

“Questi non funzionamenti determinano l’impossibilità di emettere la ricetta da parte dei medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e medici prescrittori e l’impossibilità di prenotare la prestazione in qualsiasi centro abilitato alla prenotazione per il cittadino che è già in possesso della ricetta dematerializzata” hanno dichiarato dalla Regione Toscana.

Le accuse alla Sogei

A completare il quadro, già di per se complesso, l’accusa rivolta dall’assessorato alla Salute della Regione Toscana alla società controllata dal MEF Sogei, nel confermare le avarie sulla rete delle ricette elettroniche anche la  segnalazione di  uno stop totale “dovuto a guasti sui sistemi centralizzati gestiti dalla società Sogei del ministero”, ci fa subito pensare a come questa stessa società, nei giorni scorsi, fosse assurta agli onori della cronaca per l’arresto per corruzione di Paolino Iorio, al tempo Direttore proprio di Sogei – fermato in flagranza mentre riceveva una mazzetta da 15mila euro da un imprenditore.

Unendo tutti i puntini, corruzione/disservizi/riconversione integrale al digitale, sembra quasi di essere al centro di una vicenda al limite di una visione complottistica della realtà.

Le preoccupazioni per le misure previste dalla Legge di bilancio 2025

Preoccupa comunque, pur riconoscendo l’immancabile percorso del progresso tecnologico e la necessità di ridurre ogni impatto antropico sulla natura, l’articolo 54 della Legge di bilancio in discussione. Specifico l’indirizzo intrapreso che vede dal 2025 “al fine di potenziare il monitoraggio dell’appropriatezza prescrittiva nonché garantire la completa alimentazione del Fascicolo sanitario elettronico, tutte le prescrizioni a carico del Servizio sanitario nazionale e dei Servizi territoriali per l’assistenza sanitaria al personale navigante, marittimo e dell’Aviazione civile e a carico del cittadino sono effettuate nel formato elettronico”.

Tania Sacchetti, segretaria della Spi Cgil, rappresentante dei pensionati, esprimendosi sulla legge di bilancio evidenzia come “la norma non prevede misure di accompagnamento come l’apertura di sportelli di aiuto o servizi per aiutare i più anziani o chi ha difficoltà con la digitalizzazione. Si rischia così di introdurre un fattore di esclusione sociale”.