A partire da novembre 2024, saranno disponibili e gratuiti i farmaci anti bronchiolite per i neonati: stanziati 50 milioni di euro.


Una buona notizia arriva per la salute dei neonati italiani.

La Conferenza Stato-Regioni ha infatti dato il via libera al piano di immunizzazione contro il Virus Sinciziale (VRS), una delle principali cause di bronchiolite nei bambini sotto i due anni.

A partire da novembre, tutti i neonati potranno ricevere gratuitamente l’anticorpo monoclonale Nirsevimab, un’importante protezione contro questa pericolosa infezione respiratoria. La campagna vaccinale riguarderà anche i bambini nati a partire da fine luglio e quelli più fragili sotto i 24 mesi.

Come dichiarato da Maria Rosaria Campitiello, Capo Dipartimento della Prevenzione del Ministero della Salute: “Siamo riusciti a stanziare 50 milioni di euro per consentire un accesso equo a tutti i neonati già per questa stagione invernale. Un risultato che rispetta l’impegno preso dal ministro Schillaci e che abbiamo ottenuto con il contributo delle Regioni.  La collaborazione e la sinergia si rivelano ancora una volta fattori strategici per rafforzare la tutela della salute”.

Farmaci anti bronchiolite disponibili e gratuiti: la campagna inizierà a novembre

Il piano di vaccinazione anti-VRS rappresenta un passo avanti significativo nella prevenzione delle malattie infantili. In futuro, si valuterà la possibilità di estendere la campagna a tutti i neonati nati nel 2024, a seconda dell’andamento del progetto.

La decisione di rendere disponibile il vaccino a tutti i neonati, indipendentemente dalla regione di residenza, mette fine alle polemiche sorte nelle scorse settimane. Grazie a un meccanismo di solidarietà tra le Regioni, le dosi di Nirsevimab saranno distribuite in modo equo su tutto il territorio nazionale.

Inizialmente, infatti, il Ministero della Salute aveva avvisato che il vaccino per la bronchiolite non sarebbe stato distribuito gratuitamente nelle Regioni in piano di rientro, ovvero Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Puglia e Sicilia.

Per poi fare dietrofront e avviare una discussione con l’Aifa, per rendere disponibile e gratuito il vaccino in tutte le regioni.