ars_siciliaArrestato a due giorni dalla tornata elettorale che lo aveva riconfermato deputato per l’assemblea regionale della Sicilia. Questa mattina i finanzieri hanno bussato alla porta di Cateno De Luca per arrestarlo, insieme ai carabinieri di Messina sud.


A ordinare l’arresto (ai domiciliari) è stato il gip di Messina: il deputato è accusato di essere il promotore di un’associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di un’evasione fiscale da un milione e 750 mila euro.

 

De Luca, nelle elezioni di domenica, era stato rieletto con l’Udc per un totale di 5.418 voti. Era nella lista dei cosiddetti ‘impresentabili‘ del centrodestra. La truffa di cui è accusato ha come perno lasocietà Fenapi, tramite la quale sarebbe stato messo in piedi un sistema di false fatture per evadere imposte dirette e indirette. Coinvolta anche la Federazione nazionale autonoma piccoli imprenditori. Il giudice ha firmato sequestri nei confronti della società Fenapi, di De Luca e dell’altro arrestato, Carmelo Satta. Ci sono altre otto persone indagate.

 

UDC: FIDUCIA NELLA MAGISTRATURA

 

“L’Udc ha appreso dalla stampa la notizia dell’arresto di De Luca. L’Udc ha avuto la massima diligenza nella formazione delle liste elettorali a tutela del partito e dei cittadini-elettori. Abbiamo chiesto a tutti i candidati dell’Udc e dei movimenti ad esso associati tra cui anche Sicilia Vera il certificato del casellario giudiziario e quello dei carichi pendenti a tutela dei cittadini e della onorabilità del Partito”. E’ quanto si legge in una nota diffusa dall’Ufficio stampa nazionale Udc in merito all’arresto del deputato regionale Cateno De Luca per evasione fiscale.

 

Abbiamo fiducia nella magistratura che siamo certi porterà all’accertamento della verità e siamo convinti che De Luca sarà in grado di chiarire i fatti e di dimostrare la sua innocenza”, conclude la nota.

 

Come deputato dell’Ars (Assemblea regionale Sicilia), De Luca è stato in passato anche protagonista di iniziative eclatanti, come quando il 5 dicembre 2007 fece una singolare protesta: si denudò in aula restando in mutande e usando la bandiera della Sicilia a mo’ di pareo. Il gesto, in polemica contro l’allora presidente Micciché e la sua decisione di estrometterlo dalla commissione Bilancio , si spogliò rimanendo in mutande e poi si coprì con la bandiera della Sicilia. Poi, indossata una coppola, aprì alcuni pacchi regalo destinati al presidente dell’assemblea tra cui un Pinocchio e una Bibbia. La provocazione voleva essere un invito a convertirsi ad una politica più coerente. Per essere precisi, però, de Luca si era spogliato già nel 2006: lo aveva fatto a Messina, per protestare contro il mancato finanziamento per il trasferimento dell’ acqua potabile a Lipari.