Una nota influencer di OnlyFans, originaria della Romania, che in passato aveva lavorato come barista a Busto Arsizio, è finita nel mirino della Guardia di Finanza di Varese per evasione fiscale.
La donna è stata denunciata per un’evasione fiscale che ammonta a ben 1,5 milioni di euro. L’indagine ha messo in luce una serie di discrepanze tra il suo lussuoso stile di vita e le sue dichiarazioni fiscali.
La situazione è emersa dopo che la star dei social media ha rivelato in alcune interviste di guadagnare milioni di euro attraverso la creazione di contenuti per adulti.
Che cos’è Onlyfans?
OnlyFans è una piattaforma online lanciata nel 2016 da Tim Stokely, un imprenditore britannico, che consente agli utenti di creare e condividere contenuti a pagamento con i propri fan. Originariamente concepita per artisti, musicisti e creatori di contenuti di vario genere, è diventata particolarmente nota per l’hosting di contenuti per adulti, dove i creator possono guadagnare denaro condividendo foto, video e livestreaming in cambio di un abbonamento mensile.
Gli utenti possono seguire i creator, che a loro volta possono offrire contenuti esclusivi e interazioni personalizzate. OnlyFans offre anche opzioni per vendere contenuti aggiuntivi o per ricevere mance dai propri fan. Questo modello ha attirato una vasta gamma di creatori, dai modelli agli chef, fino agli esperti di fitness, rendendo la piattaforma un luogo diversificato per l’intrattenimento e l’interazione.
Nonostante le sue origini, la popolarità di OnlyFans ha sollevato dibattiti su temi come la privacy, la sicurezza online e l’impatto del lavoro sessuale. Con milioni di abbonati e creatori attivi, la piattaforma continua a influenzare la dinamica del lavoro e della monetizzazione dei contenuti digitali.
Evasione fiscale milionaria su Onlyfans: il caso dell’ex “barista” di Busto Arsizio
In passato, come abbiamo anticipato, la donna aveva lavorato come barista in un locale di Busto Arsizio. Ma in seguito aveva spostato la sua residenza fiscale in Svizzera, ottenendo un permesso di soggiorno B. Questo tipo di permesso è concesso a cittadini dell’UE e dell’AELS (Associazione europea di libero scambio) che risiedono in Svizzera da almeno dieci anni. In pratica questo spostamento residenziale sarebbe stato motivo esclusivamente dal desiderio di sfruttare un regime fiscale più favorevole.
Con un numero considerevole di abbonati disposti a pagare per accedere ai suoi contenuti, la giovane ha attirato l’attenzione non solo dei fan, ma anche della Guardia di Finanza.
Analizzando il panorama dei creatori di contenuti digitali residenti in Italia, i finanzieri hanno scoperto che l’influencer risultava completamente sconosciuta al fisco italiano.
La denuncia è stata formalizzata presso la Procura della Repubblica di Busto Arsizio per il reato di dichiarazione infedele, in riferimento ai redditi del 2022. Le autorità hanno contestato la mancata riscossione di oltre 1,5 milioni di euro di ricavi e 360.000 euro di tassa etica, un’imposta addizionale del 25% sui redditi derivanti dalla produzione e distribuzione di materiale pornografico.
I finanzieri hanno inoltre accertato che, nonostante avesse dichiarato di risiedere in Svizzera, i suoi conti correnti e il dominio web sono tutti registrati in Italia, facendo emergere una mancanza di elementi a supporto della sua effettiva residenza fiscale al di fuori dei confini nazionali.
A questo punto l’indagine continua e le autorità stanno valutando ulteriori misure nei confronti dell’influencer, che ora si trova ad affrontare una situazione legale complessa a seguito della sua scelta di cercare vantaggi fiscali in un’altra nazione.
Come sono tassati in Italia i ricavi economici da piattaforme come Onlyfans?
In Italia, i ricavi provenienti da piattaforme come OnlyFans sono soggetti a tassazione secondo le normative fiscali generali. In sintesi sono tassati in Italia come redditi da lavoro autonomo o da impresa, con diverse opzioni fiscali a disposizione a seconda del volume d’affari e della natura dell’attività.
Imponibilità dei redditi
I guadagni ottenuti da attività su OnlyFans sono considerati come abbiamo appena detto redditi da lavoro autonomo o da impresa, a seconda della natura dell’attività. Di conseguenza, sono imponibili ai fini dell’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche).
Regime fiscale
I creatori di contenuti possono scegliere tra diversi regimi fiscali, a seconda dei loro guadagni:
- Regime ordinario: i redditi vengono dichiarati annualmente nel modello Redditi. I creatori devono registrare le fatture e sono tenuti a versare l’IRPEF in base agli scaglioni di reddito, oltre ad altre imposte come l’IVA, se applicabile.
- Regime dei minimi o forfettario: se i guadagni non superano determinati limiti (attualmente 85.000 euro per il regime forfettario), i creatori possono optare per un regime semplificato, che prevede una tassazione sul reddito imponibile ridotto. In questo caso, non è necessario emettere fattura e la tassazione avviene su una percentuale dei ricavi, che varia in base all’attività.
Tassa etica
Come menzionato nel caso della star di OnlyFans denunciata, esiste una tassa etica, applicabile a chi produce e distribuisce contenuti pornografici. Questa tassa è un’addizionale IRPEF del 25% sui redditi derivanti dalla produzione e vendita di materiale pornografico, inclusi i contenuti diffusi su piattaforme digitali.
Obbligo di dichiarazione
I creatori di contenuti sono obbligati a dichiarare i loro guadagni e a versare le imposte dovute, pena sanzioni e accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Contribuzione previdenziale
Se l’attività è considerata lavoro autonomo, i creatori possono anche dover versare i contributi previdenziali all’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale), a seconda della loro posizione lavorativa e del regime scelto.
Contabilità e documentazione
È importante mantenere una contabilità accurata e conservare tutta la documentazione relativa ai guadagni e alle spese, poiché ciò è fondamentale per la corretta dichiarazione dei redditi.
Quali sono le conseguenze penali?
Le conseguenze penali per chi evade le tasse in Italia, anche nel contesto di guadagni ottenuti da piattaforme come OnlyFans, possono essere significative.
Reato di evasione fiscale
L’evasione fiscale è un reato previsto dal Decreto Legislativo n. 74 del 2000, che stabilisce pene specifiche per chi non adempie agli obblighi fiscali. Le principali forme di evasione comprendono:
- Dichiarazione infedele: quando un contribuente presenta una dichiarazione dei redditi con informazioni false o incomplete, con l’intento di ridurre l’imposta dovuta. La pena per questo reato può variare da sei mesi a tre anni di reclusione.
- Dichiarazione omessa: si verifica quando un contribuente non presenta affatto la dichiarazione dei redditi. Le pene per questo reato possono essere simili a quelle della dichiarazione infedele, ma possono aumentare in base all’importo evaso.
- Fatturazione di operazioni inesistenti: quando si emettono fatture per servizi non realmente prestati, si incorre in un reato punito con pene da sei mesi a cinque anni di reclusione.
Importo evaso
Le conseguenze penali possono variare anche in base all’importo evaso:
- Sotto i 100.000 euro: la pena può essere più lieve, generalmente con pene detentive più brevi o convertibili in sanzioni pecuniarie.
- Sopra i 100.000 euro: l’evasione di somme significative può comportare pene più severe, con maggiori probabilità di incorrere in una condanna detentiva.
Sanzioni amministrative
Oltre alle conseguenze penali, l’evasione fiscale comporta anche sanzioni amministrative, che possono includere:
- Sanzioni pecuniarie: l’importo delle sanzioni può variare, ma generalmente si aggira intorno al 30-120% dell’imposta evasa.
- Interessi di mora: gli importi dovuti vengono maggiorati con interessi per il ritardo nel pagamento.
Confisca dei beni
In caso di condanna, i beni utilizzati per l’evasione fiscale possono essere confiscati, aumentando le perdite economiche per l’evasore.
Reputazione e conseguenze professionali
Oltre alle implicazioni legali, essere accusati di evasione fiscale può danneggiare gravemente la reputazione di un individuo, influenzando negativamente anche le sue opportunità professionali e lavorative future.
Collaborazione con l’autorità fiscale
In alcune circostanze, la collaborazione con l’Agenzia delle Entrate può portare a una riduzione delle pene o a forme di condono, ma ciò è generalmente riservato a chi si presenta volontariamente per regolarizzare la propria posizione fiscale.
La nostra normativa in tal senso è chiara o ambigua?
Diversi aspetti normativi possono apparire sia chiari che nebulosi, a seconda del contesto specifico e delle interpretazioni. Le norme fiscali italiane prevedono che i guadagni derivanti da attività su piattaforme digitali siano considerati redditi imponibili. Le disposizioni riguardanti l’IRPEF, le sanzioni per evasione fiscale e la tassa etica per la produzione di contenuti pornografici sono ben definite.
Tuttavia la distinzione tra le varie forme di reddito (lavoro autonomo, reddito d’impresa, ecc.) e le modalità di tassazione possono risultare complesse, specialmente per i nuovi entranti nel settore.
Poi va anche detto che le leggi italiane sui contenuti pornografici e sulla loro distribuzione sono delineate nel Codice Penale e nel Decreto Legislativo n. 74/2000. Nonostante ci siano leggi in vigore, l’applicazione pratica può variare. Le piattaforme hanno le loro politiche interne, che possono differire e complicare la situazione, creando delle vere e proprie “zone grigie” su cosa è pornografia e cosa non lo è.
Si deve comunque evidenziare che le piattaforme come OnlyFans sono tenute a rispettare le leggi nazionali, compresi i requisiti fiscali e le normative sui contenuti. Ciò nonostante la responsabilità di monitorare e garantire che i creatori di contenuti rispettino le normative fiscali e legali può non essere sempre ben definita. Ciò può portare a lacune nella protezione sia per i creatori che per i consumatori.
In conclusione, mentre le norme fiscali e sui contenuti sono generalmente definite, le applicazioni pratiche e le responsabilità possono essere meno chiare. Questa situazione richiede ai creatori di contenuti una buona comprensione delle leggi vigenti e, in molti casi, potrebbe essere utile consultare un professionista del settore per orientarsi meglio.