etichette-farina-di-insettiAd annunciarlo il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida: si sta lavorando a dei decreti che impongano etichette per segnalare la presenza di farina di insetti sulle confezioni dei prodotti.


Queste nuove regole potrebbero infatti arrivare presto: le recenti dichiarazioni del ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, nel corso di un incontro con il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, andrebbero infatti in questa direzione.

Scopriamo dunque quali sono le ultime novità in merito.

In arrivo etichette per segnalare la presenza di farina di insetti

Si ricorda che la commercializzazione di insetti a scopo alimentare è resa possibile in Europa dall’entrata in vigore dal primo gennaio 2018 del regolamento Ue sui “novel food che permette di riconoscere gli insetti interi sia come nuovi alimenti che come prodotti tradizionali da paesi terzi.

L’indicazione della presenza di farine di insetti con grande evidenza in tutti i prodotti alimentari potrebbe essere fondamentale, dunque, per prevenire eventuali reazioni e shock anafilattici nelle persone allergiche ai crostacei e agli acari della polvere.

Qualsiasi alimento deve riportare, a norma di legge, l’elenco degli ingredienti di cui è composto. Ad esempio, nel caso degli alimenti prodotti e realizzati con la farina grillo (dal pane alla pasta fino alla pizza e tanti altri) la dicitura riportata in etichetta sarà “Acheta domesticus”. Mentre invece nel caso di prodotti con le larve del verme giallo della farina la presenza negli alimenti verrà segnalata dalla dicitura “Tenebrio Molitor”.

Il commento della Coldiretti

Una corretta alimentazione non può prescindere dalla realtà produttiva e culturale locale nei Paesi del terzo mondo come in quelli sviluppati – sostiene la Coldiretti – e a questo principio non possono sfuggire neanche bruchi, coleotteri, formiche o cavallette a scopo alimentare che, anche se iperproteici, sono molto lontani dalla realtà culinaria nazionale italiana ed europea. Al di là della normale contrarietà degli italiani verso prodotti lontanissimi dalla cultura nazionale, l’arrivo sulle tavole degli insetti – continua la Coldiretti – solleva dei precisi interrogativi di carattere sanitario e salutistico ai quali è necessario dare risposte, facendo chiarezza sui metodi di produzione e sulla stessa provenienza e tracciabilità considerato che la maggior parte dei nuovi prodotti proviene da Paesi extra Ue, come il Vietnam, la Thailandia o la Cina, da anni ai vertici delle classifiche per numero di allarmi alimentari.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it