La presenza eccessiva di Escherichia Coli, in alcune zone balneari, sta mettendo a dura prova l’estate dell’Emilia-Romagna. Vediamo cosa succede.
Escherichia Coli Emilia-Romagna: l’estate sulla riviera romagnola rischia di risentire di un calo di turisti, a causa di un aumento di Escherichia Coli in alcune località di balneazione.
Il fatto inspiegabile è stato riscontrato in diverse località e la Regione aveva pure decretato il divieto, almeno temporaneo, di balneazione.
Ecco cosa succede.
Escherichia Coli Emilia-Romagna: la vicenda
La Regione aveva fino a ieri decretato lo stop alla balneazione in una trentina di punti sulla Riviera romagnola, nel tratto che va da Goro a Cattolica.
L’Arpae (Agenzia regionale per la protezione ambientale) aveva riscontrato una presenza eccessiva del batterio Escherichia Coli in 28 siti sui 98 esaminati.
Solitamente è un fenomeno che accade dopo le piogge, ma vista la siccità e la carenza di precipitazione, che sta colpendo il nostro Paese nelle ultime settimane, il fenomeno sembra essere senza spiegazioni.
I tratti in cui era inizialmente vietata la balneazione erano i seguenti:
- La Spiaggina di Goro;
- Bellaria (Rio Pircio);
- Torre Pedrera (Cavallaccio);
- Viserba (La Sortie, Spina-Sacramora);
- Rivabella (Turchetta);
- Rimini (foce Marecchia, Ausa);
- Bellariva (Colonnella);
- Marebello (istituto Marco Polo);
- Miramare (Roncasso, Rio asse nord);
- Riccione (foce Marano, Fogliano marina, porto canale, colonia Burgo);
- Misano Adriatico (rio Alberello, rio Agina);
- Cattolica (torrente Ventena).
Dall’elenco iniziale, erano già state depennate alcune zone a Cervia, Bellaria, Torre Pedrera e Viserbella, perché i valori sono rientrati.
Ieri pomeriggio, infine, i parametri del batterio Escherichia Coli nel mare della riviera emiliano-romagnola sono rientrati nei limiti in tutti i punti dove si erano registrate anomalie.
E così progressivamente sono state emesse le ordinanze dei sindaci per il ritiro delle ordinanze di divieto temporaneo di balneazione.
Escherichia Coli Emilia-Romagna: i dati del Comune di Rimini
Il Comune di Rimini ha comunicato per primo che, negli accertamenti fatti in un laboratorio esterno per conto del Comune, non ci sarebbe stato alcun superamento dei limiti, come invece constatato da Arpae.
Il Comune ha detto:
“sono tutti, nessuno escluso, ampiamente sotto i parametri normativi, sia per quanto riguarda la concentrazione di escherichia coli che di enterococchi”
Come già detto, il motivo di questi dati non è stato ancora spiegato.
L’Agenzia regionale per l’Ambiente ha ipotizzato che sia stata una commistione di cause, come la temperatura dell’acqua molto elevata (con valori intorno ai 30 gradi), la prolungata assenza di ventilazione, lo scarso ricambio delle acque e la mancata diluizione delle immissioni nei corsi d’acqua, a causa della siccità.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it