ergastolo-ostativo-corte-europeaLa Corte di Strasburgo si esprime contro l’ergastolo ostativo (articolo 4bis del nostro ordinamento penitenziario), voluto da Falcone e Borsellino per costringere i capi di Cosa nostra a collaborare con la Giustizia. Cosa cambia adesso?


Ergastolo Ostativo, Corte Europea impone all’Italia una Riforma.

L’ordinamento italiano ha finora beneficiato di uno strumento importantissimo, fortemente voluto dai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e altrettanto strenuamente osteggiato dai mafiosi capimafia: l’ergastolo ostativo.

In Italia esistono due tipi di ergastolo: quello normale e quello ostativo.

Il primo, normale, concede al condannato la possibilità di usufruire dei benefici previsti dalla legge (ad esempio: assegnazione lavoro all’esterno; permessi premio; misure alternative alla detenzione; affidamento in prova, detenzione domiciliare, ecc.).

Il secondo, che è invece un regime di eccezione, nega al detenuto ogni beneficio penitenziario, a meno che non sia un collaboratore di giustizia. Ostativo è uno status particolare di quei detenuti (non necessariamente ergastolani). Che si trovano ristretti in carcere a causa di particolari reati classificati efferati dall’ordinamento giuridico italiano:

  • associazione di tipo mafioso (art. 416 bis c.p.),
  • sequestro di persona a scopo di estorsione (art. 630 c. p.),
  • associazione finalizzata al traffico di droga (art. 74 D.P.R. n. 309/1990), ecc.

i quali ostacolano la concessione dei benefici sopraelencati.

I detenuti all’ergastolo ostativo (in maggioranza condannati per omicidi legati alla mafia) possono rientrare nel regime normale solo nel caso che essi diventino collaboratori di giustizia (i cosiddetti pentiti).

Adesso la decisione della Corte UE impone all’Italia la Riforma della legge riguardante questa disposizione.

Ma quali effetti avrà questa decisione? Davvero mafiosi e terroristi avranno benefici dopo questa decisione.

Ergastolo Ostativo, Corte Europea impone cambiamenti

La Corte di Strasburgo, respinge il ricorso presentato dall’Italia contro la sentenza del 13 giugno 2019 relativa proprio all’ergastolo ostativo, applicato in Italia per reati gravissimi come l’associazione mafiosa o il terrorismo.

Con quella sentenza, che riguardava il caso di Marcello Viola, boss ‘ndranghetista di Taurinova e detenuto, i giudici di Strasburgo avevano stabilito che la condanna al carcere a vita «irriducibile» inflitta al ricorrente violava l’articolo 3 della Convenzione Europea sui Diritti umani.

La Corte europea ha quindi ordinato che venga riformata la legge.

Invettive dal mondo politico

Duro il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio:

“Potremmo dover affrontare una serie infinita di ricorsi da parte di questi detenuti, con il serio rischio di ritrovarci fuori dal carcere anche boss mafiosi e terroristi. Ovviamente si andrebbero a depotenziare gli strumenti giudiziari che oggi ci permettono di fronteggiare il fenomeno mafioso e terroristico. E non si tratta di un problema che interessa solo l’Italia, ma ne va della sicurezza di tutta l’Europa”.

In diretta Fb, il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra dopo la decisione sull’ergastolo ostativo, commenta:

«Il 41bis è il regime che controlla rigorosamente ogni forma di comunicazione – continua – nel 41bis non si può, né si deve comunicare perché, non avendo dato un segnale di ravvedimento, il detenuto è considerato ancora parte dell’associazione mafiosa».

La protesta di Maria Falcone

Maria Falcone sottolinea come

“le norme dell’ordinamento italiano ora messe in discussione furono introdotte dopo le stragi di Capaci e Via D’Amelio, un momento tragico per un Paese come il nostro.”

“Un Paese – afferma la sorella del magistrato a La Stampa – che ha dovuto fare i conti con una criminalità organizzata che ha caratteristiche di unicità, rispetto alle organizzazioni criminali estere. In nessun altro Stato d’Europa tanti uomini delle istituzioni hanno pagato con la vita il loro impegno contro le mafie e noi, in Sicilia e non solo, abbiamo vissuto anni di vera e propria guerra”.