Si tratta di un provvedimento molto divisivo: entra in vigore con il decreto legislativo 48/2024, dedicato alle comunicazioni elettroniche, l’adeguamento dei limiti dei campi elettromagnetici.
L’innalzamento dei limiti di emissione elettromagnetica per favorire il 5G in Italia sta facendo discutere parecchio: se da un lato promette miglioramenti infrastrutturali e competitivi per il paese, dall’altro solleva serie preoccupazioni riguardo alla salute pubblica e ambientale.
Entra in vigore l’adeguamento dei limiti dei campi elettromagnetici
Il nuovo testo legislativo eleva infatti i limiti dei campi elettromagnetici a 15 V/m. Prima dell’entrata in vigore di questa normativa, i limiti erano fissati a 6 V/m. Ma cosa si intende con questa dicitura? Si tratta del volt su metro, che rappresenta l’espressione del Sistema internazionale di unità di misura dedicata alla propagazione del campo elettrico.
Il calcolo del Volt per metro, in estrema sintesi, è uguale alla quantità di tensione che attraversa una certa distanza, divisa per la distanza stessa. Ad esempio, se si ha una tensione di 100 V su una distanza di 5 metri, il Volt per metro sarà 20 V/m (100 V / 5 m).
Gli obiettivi del testo
Questa misura è sulla carta finalizzata a garantire un uso più efficiente dello spettro frequenziale, migliorando la copertura e l’adozione del 5G nel paese.
Si introducono così significative modifiche al Codice delle Comunicazioni Elettroniche, in linea con la Norma Tecnica CEI 211-10. Due sono i principi guida:
- l’equa ripartizione dello spazio elettromagnetico
- e l’effettività nell’uso delle risorse frequenziali.
Gli operatori di telefonia mobile, grazie all’innalzamento dei limiti di emissione, potranno ottimizzare le loro reti, accelerando così l’implementazione del 5G. Per supportare gli operatori nel comprendere e adattarsi alle nuove disposizioni, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha creato una sezione FAQ sul proprio sito, rispondendo alle domande più comuni e fornendo chiarimenti dettagliati sull’applicazione delle nuove regole.
Non mancano le critiche alla norma
Mentre il settore delle telecomunicazioni accoglie favorevolmente questo aggiornamento normativo, intravedendo benefici per la crescita delle reti 5G, diverse Regioni e Comuni esprimono preoccupazione. Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto e Marche hanno già manifestato opposizione.
Il Presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, è tra i più critici. Secondo l’associazione ambientalista, la nuova legge rappresenta un significativo passo indietro per la protezione della salute pubblica, eliminando una delle normative più restrittive in Europa sui campi elettromagnetici. Ciafani evidenzia che gli operatori di telecomunicazioni tendono a dichiarare la potenza massima possibile piuttosto che il valore effettivo di emissione, una pratica che potrebbe limitare la concorrenza e favorire pochi grandi operatori.
Le critiche non si fermano qui. Numerosi esperti scientifici e studi indipendenti avvertono dei potenziali effetti negativi dei campi elettromagnetici, che vanno oltre il semplice riscaldamento dei tessuti. Tra i rischi indicati ci sono tumori, malattie neurodegenerative, deficit di attenzione e memoria, elettrosensibilità, disturbi cardiocircolatori, e danni alla fertilità e al DNA. Questi effetti sono stati documentati in ricerche indipendenti, come il Bioinitiative Report 2012-2022, che mostra un danno biologico nel 70% dei casi esaminati, in netto contrasto con studi finanziati dalle stesse aziende di telecomunicazioni, che riportano solo il 30% di evidenze di danno.
Oltre agli esseri umani, anche la fauna è a rischio. È stato osservato che l’esposizione cronica alle radiofrequenze può causare danni significativi a popolazioni di uccelli e api, e può indurre resistenza agli antibiotici in alcuni microrganismi patogeni, complicando le infezioni ospedaliere.
Il testo del decreto e le FAQ
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it