I vari casi di violenza sulle donne delle ultime settimane hanno scosso l’opinione pubblica, ma quali sono le misure di prevenzione degli enti locali? Vediamolo insieme.
Nelle ultime settimane, sono saltati agli onori (o forse dovremmo dire oneri) di cronaca diversi casi di violenza sessuali ai danni di donne, minorenni o poco più che maggiorenni.
Parliamo ovviamente dello stupro di gruppo avvenuto a Palermo, ai danni di una ragazza di 19 anni, vittima di abusi da parte di un gruppo di ragazzi tra i 17 e i 22 anni.
Ma anche dello stupro di due bambine di tredici anni a Caivano, in provincia di Napoli, perpetrato da un gruppo di coetanei, nel quale c’era un solo maggiorenne.
Storie del genere ne sentiamo ogni giorno e il comune denominatore è sempre lo stesso: le vittime sono donne.
Ma cosa fare per poter impedire queste tragedie?
Si tratta ovviamente di un problema strutturale, radicato nella nostra società, ma che colpisce tragicamente e trasversalmente tutte le generazioni, le vecchie e le nuove.
Proprio per questo, i cittadini devono essere supportati da una rete di sicurezza delineata dalle istituzioni e dagli enti locali.
Ecco tutte le misure attive degli enti locali contro la violenza sulle donne.
Violenza sulle donne: i dati dell’Istat
Secondo l’Istat, il 31,5% delle donne, con un’età compresa tra 16 e 70 anni, ha subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale, nel corso della propria vita.
Di queste, il 20,2% ha subito violenza fisica, il 21% violenza sessuale e il 5,4% le forme più gravi, come lo stupro o il tentato stupro.
Si tratta di un trend in crescita: confrontando i primi 10 mesi del 2022 con quelli del 2021, si rileva un aumento del 15,7% delle violenze sessuali in Italia.
Nel report del Viminale, Donne vittima di violenza, che analizza l’applicazione del Codice rosso, è stato registrato un aumento delle violenze sessuali. Purtroppo si tratta di dati parziali, perché il report si basa solamente sui fatti denunciati, ma il dato sommerso potrebbe essere ancora più alto.
Violenza sessuale: il ruolo delle istituzioni
Per combattere la violenza sessuale ai danni delle donne, le istituzioni devono essere presenti e prestare aiuto e soccorso alle vittime, anche quando la magistratura non riesce.
Per questo, giovedì prossimo è prevista la visita di Giorgia Meloni al Parco Verde di Caivano, teatro di numerosi abusi contro le due ragazzine tredicenni. L’obiettivo della premier sarà cercare di “bonificare l’area”, rimettendo a nuovo il centro sportivo, per poter dare una nuova vita ai più giovani, in un’area difficile come quella di Caivano.
Negli scorsi giorni, la Ministra delle Pari opportunità, Eugenia Roccella, ha annunciato, insieme al Ministro dell’Istruzione Valditara, l’inizio di corsi contro la violenza di genere nelle scuole.
Gli istituti interessati saranno quelli secondari di secondo grado, ovvero licei, istituti tecnici e professionali.
A salire in cattedra saranno gli studenti, per seguire la cosiddetta Peer education (l’educazione tra pari), una metodologia già utilizzata in diverse scuole per determinati argomenti scolastici.
A guidare i ragazzi saranno esperti del settore, come psicologi, rappresentanti delle associazioni in difesa delle vittime di violenza e avvocati.
Violenza sessuale: il ruolo degli enti locali
Ma le istituzioni possono agire “fino ad un certo punto”: la lotta alla violenza di genere deve essere capillare ed estendersi su tutto il territorio.
In ogni regione sono in campo molteplici interventi:
- Tutela delle vittime di maltrattamenti e violenza domestica;
- Risorse per finanziare un Piano d’azione antiviolenza;
- Rete di case-rifugio;
- Formazione sulle tecniche di ascolto e approccio delle vittime, di valutazione del rischio e individuazione delle misure di protezione;
- Corsi sulla violenza domestica e lo stalking.
Sul territorio, le prefetture promuovono, dove emergono bisogni ed esigenze, iniziative d’informazione e sensibilizzazione, per combattere sul nascere la violenza di genere. Sono attivi corsi di formazione, sia nelle scuole che per gli operatori delle strutture sociosanitarie.
Per il personale delle PA, è attivo il corso per sensibilizzare le lavoratrici e i lavoratori sull’importanza di un luogo di lavoro sano, fondato sulla cultura del rispetto e orientato alla parità di genere e alle pari opportunità, realizzato col supporto di Formez PA.
Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne
Per il territorio c’è il Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2021/2023, articolato su quattro assi:
- Prevenzione;
- Protezione e sostegno;
- Perseguire e punire;
- Assistenza e promozione.
Il tutto, in analogia con la Convenzione di Istanbul.
L’obiettivo è quello di continuare a dare impulso all’azione di Governo per rispondere a bisogni che attengono ai molteplici aspetti connessi alle condizioni di violenza: la prevenzione, la protezione delle vittime, la punizione degli uomini che agiscono la violenza, la formazione e l’educazione di operatori e popolazione, l’informazione e la sensibilizzazione, l’azione sugli uomini maltrattanti, la tutela delle donne migranti e vittime di discriminazioni multiple, l’autonomia lavorativa, economica e abitativa e la diffusione dei luoghi dedicati alle donne.
Tra gli obiettivi del Dipartimento per le pari opportunità, per il triennio 2021/2023, c’è quello d’individuare strutture, interventi e risorse adeguate, per contrastare il fenomeno della violenza di genere.
Con l’ultima Legge di Bilancio, i fondi sono aumentati di 10 milioni, per un totale di 15 milioni di euro.
Violenza sessuale: i numeri utili sul territorio
In caso di violenza, le vittime possono contare sul numero 1522, un servizio pubblico promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità.
Il numero è gratuito e attivo 24 ore su 24. Le chiamate saranno accolte da operatrici specializzate in richieste d’aiuto e sostegno alle vittime di violenza e stalking.
Sulle pagine istituzionali delle Regioni o dei comuni è possibile trovare i numeri di telefono dei Centri Antiviolenza sparsi sul territorio.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it