Entro il 31 dicembre 2016 Regioni, Province e Comuni dovranno ridurre del 25% le autovetture di servizio con autista adibite al trasporto di persone, anche a uso non esclusivo. Tuttavia, in fase di applicazione si potrà verificare la percentuale di riduzione, in ragione di obiettivi di contenimento che tengano conto delle specificità delle regioni e degli enti locali. E’ questo il cuore dell’intesa sulla riduzione delle auto blu sancito ieri dalla Conferenza unificata, a conclusione di un confronto con cui si è inteso armonizzare le misure di contenimento delle auto di servizio. La riduzione percentuale del numero delle autovetture possedute, comunque, non supera i limiti numerici stabiliti dal Dpcm 24 settembre 2014 per le amministrazioni centrali.
Il quadro normativo
La materia è stata più volte disciplinata dal legislatore, da ultimo con il decreto legge n. 66/2014 (cosiddetto spending review), che ha già previsto che dal 2014 le amministrazioni pubbliche non potevano superare il 30% della spesa sostenuta nell’anno 2011 per l’acquisto, la manutenzione, il noleggio e l’esercizio di autovetture, nonché per l’acquisto di buoni taxi.
Riduzione per enti e partecipate
L’accordo di ieri sancisce altresì l’impegno di regioni ed enti locali a dare disposizioni agli enti dipendenti di ridurre contestualmente il proprio parco auto della stessa percentuale. Si è inoltre concordato di inserire l’impegno a dare indicazione alle proprie società partecipate di contenere il numero delle autovetture di servizio.
Accolte le richieste Anci
Rispetto allo schema di accordo proposto inizialmente ad Anci e Upi, il Governo ha accolto la richiesta formulata in sede tecnica dall’Anci di specificare che tali limitazioni non devono riguardare le autovetture adibite ai servizi di protezione civile, di polizia locale, ai servizi sociali, al trasporto scolastico e ai servizi dell’area tecnico-operativa e della vigilanza.
Una misura già adottata dai Comuni
«Ancora una volta i Comuni rispondono all’intento di partecipare al risanamento della spesa pubblica, consapevoli, però, che non sono certamente loro con le proprie auto blu a pesare sulle casse dei cittadini e dello Stato», commenta Umberto di Primio, sindaco di Chieti e vice presidente Anci con delega alla Pa al personale. «Tra l’altro molti Comuni, senza la necessità di una norma, si erano già adeguati riducendo le auto e molti sindaci – sottolinea Di Primio – già usano le cosiddette grigie di servizio». Il che porta a risultati paradossali: «Da qualche anno ho messo in vendita le Thesis e 156 della mia amministrazione e utilizzo una utilitaria. Applicando i criteri del Dm – nota il sindaco di Chieti – avrei diritto a tre auto blu quando già non ne ho più nessuna».
Per questo motivo Di Primio, a titolo personale, non può esimersi dal «considerare ingiusta la riduzione delle auto per gli organi di rappresentanza degli enti locali. Rivolta ai Comuni è una norma populista, si taglino piuttosto le auto blu dei molti ministeri».
Tornando al merito dell’accordo, il delegato Anci esprime soddisfazione per il recepimento delle richieste Anci. «Abbiamo comunque apprezzato la disponibilità del Governo ad accogliere le nostre richieste di non considerare tra le auto da ridurre quelle adibite ai servizi di protezione civile, di polizia locale, ai servizi sociali, al trasporto scolastico e ai servizi dell’area tecnico-operativa e della vigilanza», sottolinea il vice presidente Anci.