Il ritorno all’energia nucleare potrebbe rivelarsi un boomerang economico per l’Italia: questa è la conclusione di un recente dossier curato dalla coalizione 100% Rinnovabili Network, formata da associazioni ambientaliste, esperti del settore e rappresentanti del terzo settore.


Secondo quanto emerso dal report i costi di generazione dell’energia nucleare superano di gran lunga quelli delle fonti rinnovabili. In particolare, i cosiddetti reattori modulari di piccole dimensioni (SMR) risultano ancora più onerosi. I numeri nel dettaglio mettono in dubbio la sostenibilità economica del nucleare, soprattutto di fronte a opzioni più economiche e sostenibili come il solare e l’eolico.

LCOE: un parametro per confrontare le tecnologie

Per comparare le diverse tecnologie di produzione energetica, si utilizza il costo livellato dell’elettricità (LCOE), espresso in dollari per megawattora ($/MWh). Questo indice tiene conto dei costi complessivi, dalla costruzione e manutenzione degli impianti, fino al combustibile e agli oneri finanziari. Tuttavia, il prezzo finale dell’elettricità al consumatore è influenzato anche da politiche fiscali, tariffe e sussidi statali, che possono alterare la percezione del costo effettivo di produzione.

L’analisi dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE)

I dati dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) per il 2023 mostrano che il costo di generazione del nucleare in Europa si attesta a 170 $/MWh, scendendo progressivamente a 125 $/MWh entro il 2050. Tuttavia, queste cifre restano nettamente superiori a quelle delle fonti rinnovabili. Ad esempio, il solare fotovoltaico è stimato a 50 $/MWh nel 2023 e potrebbe raggiungere appena 25 $/MWh entro il 2050. L’eolico, sia onshore che offshore, segue una traiettoria simile, con costi in costante diminuzione.

Questa disparità è evidente anche nei confronti internazionali: negli Stati Uniti, in Cina e in India, le fonti rinnovabili mostrano costi competitivi rispetto al nucleare.

Le ragioni economiche dietro il divario dei costi elevati dell’energia nucleare per l’Italia

Il report evidenzia che i costi elevati del nucleare derivano principalmente dall’ingente investimento iniziale (6.600 $/kW per il 2023) e dalle spese di gestione e manutenzione, pari a 35 $/MWh. Al contrario, il solare fotovoltaico richiede un investimento molto più contenuto (750 $/kW) e ha costi operativi inferiori (10 $/MWh). Analogamente, l’eolico onshore presenta un investimento iniziale di 1.630 $/kW e costi operativi di 15 $/MWh.

Un altro fattore cruciale è il capacity factor, ovvero il rapporto tra l’energia effettivamente prodotta e la potenzialità teorica massima di un impianto. In Italia, grazie alle favorevoli condizioni climatiche, il solare e l’eolico registrano performance superiori rispetto alla media europea, rendendo i costi di generazione ancor più competitivi.

Prospettive per il futuro

Il report sottolinea come l’AIE abbia storicamente sottovalutato le potenzialità delle rinnovabili, in particolare del fotovoltaico. Nel Mezzogiorno italiano, si stima che il solare possa raggiungere un costo di generazione di soli 10 €/MWh prima del 2050, rafforzando ulteriormente la convenienza economica delle fonti rinnovabili rispetto al nucleare. La sfida, dunque, non è solo tecnologica, ma anche politica: secondo il dossier investire nelle rinnovabili potrebbe rappresentare la scelta più sensata per garantire un futuro energetico sostenibile e accessibile.

Ma l’energia nucleare presenta anche dei vantaggi?

Ovviamente va ascoltata anche l’altra “campana”. Nonostante i costi elevati, il nucleare offre alcuni vantaggi che non possono essere ignorati. Una delle sue principali caratteristiche è la capacità di fornire energia stabile e continua, indipendentemente dalle condizioni climatiche. Questo aspetto lo rende una soluzione affidabile per garantire la sicurezza energetica, specialmente in periodi di domanda elevata o in assenza di vento e sole. Inoltre, rispetto alle fonti fossili, il nucleare emette quantità trascurabili di gas serra durante il funzionamento, contribuendo alla decarbonizzazione del settore energetico.

Pertanto, pur rimanendo un’opzione costosa, il nucleare potrebbe svolgere un ruolo complementare nel mix energetico del futuro, affiancando le rinnovabili per soddisfare le esigenze di un sistema energetico complesso e sempre più orientato alla sostenibilità.

Il testo del dossier

Qui il documento completo.