Le imminenti elezioni politiche di secondo grado in Sicilia offrono lo spunto per un approfondimento su come andrebbe strutturata la Riforma elettorale.
Come noto, dopo ben diciotto rinvii ed una sentenza costituzionale, finalmente, nell’Isola dovrebbero svolgersi, a breve, le elezioni di secondo grado per la formazione degli organi di città metropolitane/liberi consorzi, rendendo così possibile il rinnovo degli enti intermedi, i quali svolgono ruoli importanti in alcuni precipui settori istituzionali (dall’istruzione all’ambiente, alla pianificazione territoriale).
A fronte del clima di instabilità che i predetti rinvii elettorali hanno nel tempo generato, a margine di ogni considerazione, ben lungi distante da opinioni politiche, appare piuttosto evidente come siano necessarie moderne ed incisive riforme volte a migliorare la “governance” locale ed il sistema elettorale in Sicilia. Questo per garantire una maggiore stabilità politica ed un processo più efficiente; ovvero rafforzando la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e promuovendo un ambiente di maggiore partecipazione/responsabilità.
Cosa dovrebbe prevedere la Riforma elettorale
Certamente, a parere di chi scrive, una adeguata riforma del “Sistema Elettorale” dovrebbe rivedere, per punti chiave e breve sintesi quanto segue:
- Consultazioni Pubbliche: Introdurre meccanismi di consultazione pubblica o di assemblee di cittadini per discutere e proporre riforme elettorali, garantendo che le voci dei cittadini siano ascoltate nel processo decisionale
- Riforma del Sistema di Voto: Nel caso delle elezioni di secondo grado, si potrebbe considerare un sistema elettorale misto che integri la rappresentanza proporzionale e quella maggioritaria, per garantire una maggiore stabilità e rappresentatività;
- Digitalizzazione delle Votazioni: Implementare sistemi di voto elettronico sicuri potrebbe facilitare la partecipazione degli elettori, specialmente in contesti di emergenza o per chi vive lontano dai seggi;
- Riforma dei Libri Elettorali ovvero l’aggiornamento dei Registri: Implementare un sistema efficiente per il mantenimento e l’aggiornamento dei registri elettorali, riducendo il rischio di frodi e garantendo che tutti i cittadini abbiano libero accesso al voto;
- Creazione di Enti di Controllo Indipendenti;
- Autorità di Vigilanza: Creare un’agenzia indipendente per monitorare l’andamento delle elezioni e garantire che siano condotte in maniera trasparente e senza irregolarità. Questa autorità potrebbe anche avere il compito di gestire eventuali controversie e ricorsi elettorali.
I problemi del sistema elettorale attuale
Cosa è mancato, dunque, fino ad oggi al contestato e contorto meccanismo elettorale, si chiede il giurista come forse anche e soprattutto il buon cittadino siciliano?
In primis certamente la “chiarezza normativa”: Con un’opera di semplificazione e “Better regulation” regionale occorre rivedere e semplificare le normative relative alle elezioni per evitare quelle ambiguità legali che possano portare ai rinvii degli anni passati.
Altresì, la “Chiarezza nella legislazione” : Rendere più fluide le norme contribuirebbe e garantirebbe una maggiore stabilità nel processo di elezione delle cariche pubbliche.
Unitamente a ciò la “Pianificazione strategica” tempestiva per le elezioni. Occorrerebbe stabilire un calendario elettorale chiaro e predefinito per le elezioni di secondo grado. Tempi certi aiuterebbero a garantire una più efficace pianificazione da parte dei partiti politici e degli enti locali.
Sul piano della “performance” poi appare necessario lo sviluppo professionale per i funzionari elettorali: Fornire formazione e risorse, infatti, garantirebbe che essi siano ben informati su procedure e normative, migliorando la qualità dell’amministrazione elettorale. Senza dubbio, infine, andrebbero rivisitate (ma ciò meriterebbe piuttosto un approfondimento a latere) le competenze degli enti locali. Nell’uso e nell’abuso di esse, ridefinendo – rivedendo le competenze delle città metropolitane e dei liberi consorzi per ottimizzare l’uso delle risorse e migliorare l’efficacia dei governi locali. Questo potrebbe includere l’assegnazione di poteri decisionali su capacità strategiche come infrastrutture e sviluppo urbano.
Altri aspetti da includere nella Riforma elettorale
Nella ridefinizione della cornice di Riforma elettorale in Sicilia dovrebbero essere posta attenzione ad altri aspetti, non marginali, come le “Fasi di Progettazione, Consultazione Pubblica” ed i “Test Pilota”. Difatti, la formazione di gruppi di lavoro composti da esperti giuridici, quali rappresentanti del governo e membri della società civile per delineare i dettagli operativi in cui gli stessi cittadini possano fornire input e commenti sulla proposta prima della sua approvazione. Avviando, inoltre, un programma pilota per il sistema di voto mobile in alcune località selezionate della Sicilia, si riuscirebbero a fornire dati e feedback utili prima della diffusione su scala regionale.
Bisognerebbe, quindi, iniziare a ragionare, più su una “Normativa per la Trasparenza e la Partecipazione Elettorale in Sicilia” che su una mera riforma del sistema elettorale. Porre finalmente una pietra miliare nel panorama politico dell’isola, riflettendo un profondo riconoscimento della necessità di rinnovare e rafforzare le istituzioni democratiche.
Uno degli aspetti più significativi di questa riforma elettorale potrebbe far leva, ad esempio anche sulla creazione di un “Consiglio della Partecipazione Civica”, il quale possa agire come custode della trasparenza, ma fungere anche da ponte tra le istituzioni e la comunità. Questo ente, attraverso il coinvolgimento diretto dei cittadini, garantirebbe maggiore partecipazione nei processi decisionali, promuovendo un senso di responsabilità condivisa. La “Consulta Elettorale Periodica”, ad esempio, così potrebbe diventare un ulteriore strumento di inclusione, trasformando il momento delle elezioni in un’opportunità per un dialogo costante e costruttivo.
L’introduzione del Sistema di un Voto “Mobile & Sicuro” rappresenterebbe, per esempio, un passo verso la modernizzazione del processo elettorale. Tale innovazione non solo semplificherebbe il voto, ma lo renderebbe anche più accessibile per tutti i cittadini, contribuendo a un aumento della partecipazione elettorale, in particolare tra i giovani e le fasce più vulnerabili della popolazione. Con la tecnologia come alleata e la digitalizzazione, si supererebbe la tradizionale barriera fisica che ha spesso limitato l’accesso al voto.
Infine, anche la riforma della Legge sulla Comunicazione Politica e l’istituzione di una Piattaforma di Feedback cittadino farebbe si che le esigenze dei cittadini non solo siano documentate, ma diventerebbero parte integrante del processo decisionale. Infine, anche attraverso audit di bilancio e un’ampia comunicazione riguardante le piattaforme politiche, i cittadini potrebbero essere messi in condizione di valutare e confrontare le proposte, contribuendo ad una competizione sana, più informata tra i candidati.
Conclusioni
In sintesi, la riforma elettorale auspicata, non è e non dovrebbe essere solo un intervento di “normazione, drafting e tecnica legislativa” quanto piuttosto un manifesto di intenti, un appello a costruire una Sicilia dove il potere risiede non solo in chi governa, ma soprattutto in chi è governato. Rappresenta, certo, un comportamento audace, volto a ripristinare la fiducia nelle istituzioni e a garantire un futuro democratico equo e inclusivo.
L’Isola, oggi, necessita di un modello nuovo e rigenerato di “governance elettorale”, come di un ambiente socio-politico in cui ogni voce conta ed ogni voto ha peso.
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