È arrivato il primo giudizio della Commissione europea sulla Manovra 2024, che ha presentato alcuni dubbi. Vediamoli insieme.
Secondo la Commissione europea, la Legge di Bilancio 2024 non è promossa né bocciata.
Il giudizio, infatti, è positivo, ma l’Europa ha sottolineato alcuni problemi, come l’incremento della spesa corrente primaria, i dubbi sul piano privatizzazioni e l’inconsistenza di due misure cardine, come il taglio del cuneo fiscale e l’accorpamento delle aliquote Irpef.
Ma quali saranno le prossime tappe? Vediamolo insieme.
Manovra 2024: il giudizio della Commissione europea
Non è stata una promozione piena quella della Manovra 2024, da parte della Commissione Europea e questo inserisce l’Italia nella lista dei Paesi che non rispettano pienamente le raccomandazioni approvate dal Consiglio Ecofin lo scorso 14 luglio.
In particolare, si raccomanda all’Italia di limitare l’incremento della spesa corrente primaria netta all’1,3%, in modo da poter assicurare una correzione strutturale pari allo 0,7%.
L’Europa invita l’Italia a predisporre alcune correzioni, in vista del pronunciamento definitivo della Manovra, che sarà messo a punto la prossima primavera.
Manovra 2024: i problemi della Legge di Bilancio
Non sono pochi i problemi della Legge di Bilancio, che ora è in esame al Senato.
Una delle maggiori problematiche è sicuramente il debito pubblico che, secondo la Commissione Europea, quest’anno si attesterà al 139,8% del Pil, per poi aumentare al 140,6% nel 2024 e al 140,9% nel 2025.
Altro problema è il deficit che, sempre secondo Bruxelles, si attesterà al 4,4% il prossimo anno e sembra essere fuori linea, rispetto ai nuovi parametri.
La Commissione contesta anche lo scarso impatto di due misure cardine della Legge di Bilancio:
- La conferma del taglio contributivo, per i redditi fino a 35mila euro;
- L’accorpamento al 23% delle due prime aliquote Irpef.
A queste due misure, si aggiungono anche i dubbi sul piano di privatizzazioni, introdotto dal Governo, che dovrebbe far incassare alle casse dello Stato ben 21 miliardi di euro, nel triennio 2024/2026.
Inoltre, a detta della Commissione, l’Italia non rispetterebbe la crescita della spesa primaria netta, fissata al +1,3% dal 2023 al 2024. La ragione principale sarebbe legata prevalentemente al problema del Superbonus, ma occorrerà aspettare le trattative in corso sulla revisione del Patto di stabilità.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it