Nel cuore di un’inchiesta giudiziaria complessa e politicamente scottante come quella sul cosiddetto “dossieraggio”, lo scontro tra Raffaele Cantone e Federico Cafiero De Raho agita la magistratura e divide il Parlamento.
Il tribunale del Riesame ha rimandato al 17 dicembre la decisione sugli arresti dei principali indagati, ma il quadro appare sempre più intricato, con nuovi documenti che aggiungono dubbi e alimentano le polemiche.
Il procuratore Cantone ha depositato infatti un verbale contenente la testimonianza dell’ex procuratore aggiunto Giovanni Russo, che punta il dito proprio contro Cafiero De Raho, ex magistrato ed oggi deputato e figura di spicco del Movimento Cinque Stelle.
L’inchiesta sul dossieraggio si allarga: un nuovo verbale di Raffaele Cantone coinvolgerebbe Federico Cafiero De Raho
Una relazione, un verbale e diverse lettere: i nuovi atti depositati dalla Procura di Perugia guidata da Raffaele Cantone, portano nuovi elementi di rilievo nell’indagine che sta sconvolgendo il mondo della politica e della magistratura. L’inchiesta perugina, che si concentra su presunti dossieraggi coperti dalla Procura nazionale antimafia, si arricchisce infatti di dettagli che lasciano intravedere possibili interferenze e anomalie interne.
Secondo quanto emerge dai documenti presentati al tribunale del Riesame, nel 2020 Cafiero De Raho, allora a capo della Procura nazionale antimafia, avrebbe ricevuto una relazione da Giovanni Russo. In questa nota, Russo segnalava comportamenti dubbi da parte di Pasquale Striano, un finanziere incaricato di monitorare le segnalazioni di operazioni sospette. L’accusa è che Striano abbia interferito con il lavoro di altri gruppi investigativi, un comportamento che avrebbe dovuto, a detta di Russo, portare a una rimozione, mai avvenuta.
La replica di Cafiero De Raho: “mai ricevuto segnalazioni”
Oggi Cafiero De Raho è senatore del Movimento Cinque Stelle e vicepresidente della commissione antimafia, una posizione che lo pone al centro di un acceso dibattito politico. Da tempo, le forze di maggioranza chiedono un suo allontanamento dalla carica, ma il senatore respinge ogni accusa: “Non ho mai ricevuto relazioni o segnalazioni su anomalie operative,” ha dichiarato. Sottolinea che ogni documento sospetto dovrebbe essere protocollato e inviato alle autorità competenti, come è successo in passato in casi simili. Difende la propria posizione ribadendo che ogni eventuale irregolarità sarebbe stata prontamente affrontata.
L’appoggio del Movimento Cinque Stelle
A sostenere Cafiero De Raho interviene anche Stefano Patuanelli, capogruppo al Senato per il Movimento Cinque Stelle, che in un’intervista video a LaPresse difende l’ex procuratore: “Conosco bene Federico Cafiero De Raho, ha dedicato la vita alla lotta contro la criminalità organizzata e, se fosse stato a conoscenza di atti illeciti, sarebbe stato il primo a denunciarli,” ha dichiarato.
Patuanelli evidenzia la stima nei confronti di Cafiero De Raho, sottolineando che la Procura nazionale antimafia dovrebbe essere considerata parte lesa e non complice in questa vicenda.
Un caso destinato a far discutere ancora per molto
Questa intricata vicenda giudiziaria non si limita agli aspetti legali ma si è già riversata nell’arena politica. I prossimi sviluppi, previsti per dicembre, saranno decisivi per capire la direzione dell’inchiesta, che continua a sollevare interrogativi sulle dinamiche interne alla Procura nazionale antimafia e sugli equilibri di potere. Nel frattempo, il dibattito in Parlamento si fa sempre più acceso, con il rischio di far emergere ulteriori conflitti tra i protagonisti del sistema giudiziario e politico.