I controlli, sia su strada che negli uffici, hanno portato nel 2016 nella sola Milano a verificare 7.332 documenti anomali, con un picco rispetto agli anni precedenti. Anche a Roma ogni anno circolano centinaia di documenti falsi. Carte d’identita, patenti e passaporti contraffatti e quasi irriconoscibili a occhi poco esperti.
Altri sono contraffatti con estrema perizia, tanto da rendere necessari specifici sistemi di controllo, dispositivi elettronici collegati a sofisticate applicazioni, che incrociano varie luci (infrarossa, ultravioletta, radente, trasparente e bianca), consentendo la lettura delle microscritture dei vari documenti e individuando eventuali anomalie.
Patenti e documenti di identità falsi. Nella Capitale – secondo i dati forniti da un dirigente Ospol, sindacato di polizia locale – ne circolano a centinaia. Un fenomeno sommerso che neanche la Polizia Locale sa quantificare perché, dicono, non hanno gli strumenti per monitorarlo. Anzi, la struttura ci sarebbe ma, in linea con tante anomalie italiane, il laboratorio scientifico, costato 40 mila euro, è chiuso negli scatoloni, inutilizzato da due anni.
Da 17 anni, infatti, a Milano – a differenza di tante altre città italiane, Capitale compresa – esiste un’Unità falsi documentali specifica che fa capo alla Polizia locale meneghina. La struttura – che ha contatti con tutte le forze di polizia che in Italia operano nel controllo dei documenti – ha a disposizione un archivio sui documenti provenienti dalle varie parti del mondo e software specifici per il controllo.
A Roma, a differenza di Milano, non esiste un’adeguata formazione per gli ambienti e perciò i controlli procedono a rilento.
E sono sempre più frequenti i reati associati ai documenti falsi. Alcuni riscuotevano rimborsi Irpef, rigorosamente inferiori ai mille euro perché non tracciabili, utilizzando documenti falsi: una banda composta sette persone che incassava in maniera fraudolenta i rimborsi Irpef in varie regioni d’Italia (Liguria, Veneto, Lombardia, Lazio, Toscana e Umbria) è stata sgominata dagli agenti della Polizia Postale di Imperia e di Napoli.
A giudizio, invece, 45 automobilisti napoletani e tre intermediari assicurativi in Abruzzo: accusati a vario titolo di truffa. L’escamotage per risultare residenti fuori dalla Campania e pagare meno.
La falsità dei documenti interessa il processo civile solo per l’attitudine che ha il documento falso di determinare nel giudice un falso convincimento e la conseguente necessità di eliminare questa fonte di errori. Solo con la querela di falso possono essere contestate le risultanze estrinseche dell’atto pubblico o della scrittura privata riconosciuta, autenticata o verificata. Rispetto al giudizio di verificazione la querela di falso ha un oggetto più ampio. Riguarda tanto l’atto pubblico che la scrittura privata. Ha efficacia erga omnes e può investire la scrittura privata sulla quale si sia già svolto un giudizio di verificazione. Può proporsi tanto in via principale quanto in corso di causa in qualunque stato e grado di giudizio finché la verità del documento non sia stata accertata con sentenza passata in giudicato. La legge prevede la sospensione del processo per il caso che la querela sia proposta in pendenza di giudizio di primo grado, davanti al giudice di pace o in sede d’appello.
« La querela di falso può proporsi tanto in via principale quanto in corso di causa in qualunque stato e grado di giudizio, finché la verità del documento non sia stata accertata con sentenza passata in giudicato. La querela deve contenere, a pena di nullità, l’indicazione degli elementi e delle prove della falsità, e deve essere proposta personalmente dalla parte oppure a mezzo di procuratore speciale, con atto di citazione o con dichiarazione da unirsi al verbale d’udienza. È obbligatorio l’intervento nel processo del pubblico ministero. »
(Art. 221 – Modo di proposizione e contenuto della querela)