Arriva l’ok definitivo alla Direttiva sulle case green, ma Italia e Ungheria votano contro: ecco quali sono le misure principali.


Siamo arrivati al traguardo per la direttiva per le case green, col via libera degli Stati membri UE.

Ma non di tutti: Italia e Ungheria, infatti, hanno votato contro la direttiva. Mentre Repubblica Ceca, Croazia, Polonia, Slovacchia e Svezia si sono astenute.

In merito alla decisione dell’Italia, il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha detto:

“Abbiamo votato contro la direttiva sulle case green, si è concluso l’iter. Il tema è chi paga. Abbiamo esperienze purtroppo note in Italia. È una direttiva bellissima, ambiziosa, ma alla fine chi paga? Noi abbiamo esperienze in Italia in cui pochi fortunelli hanno rifatto le case grazie ai soldi che ci ha messo lo Stato, cioè tutti gli altri italiani, e diciamo che è un’esperienza che potrebbe insegnare qualcosa”.

I ministri europei dell’Economia e delle finanze, riuniti al Consiglio UE Ecofin hanno votato una direttiva che presenta vincoli più soft rispetto alla prima proposta presentata da Bruxelles.
Ecco le misure approvate.

Ok definitivo direttiva case green: le misure approvate nonostante il no dell’Italia

La nuova direttiva prevede la costruzione di case nuove totalmente ad emissioni zero, mentre per le altre sono previsti requisiti stringenti di efficienza.
Si tratta di misure più morbide, rispetto alla prima proposta di legge, che concedono maggiori flessibilità ai 27 Paesi membri, per le ristrutturazioni.

Come detto, gli edifici nuovi dovranno essere a zero emissioni, a partire dal 2030. Mentre per quelli di proprietà pubblica, la scadenza è fissata al 2028.
Per quanto riguarda le ristrutturazioni, almeno il 16% (rispetto al 2020) degli edifici pubblici con le peggiori prestazioni andrà ristrutturato entro il 2030 e il 26% entro il 2033.

Per le case, si applicherà un obiettivo di riduzione del consumo energetico pari al 16% dal 2030 e del 20-22% entro il 2035.
Gli interventi previsti sono la sostituzione degli infissi, il cappotto termico, nuove caldaie a condensazione e i pannelli solari.

L’obiettivo è quello di avere un parco immobiliare a emissioni zero, entro il 2050.

L’obbligo d’installazione dei pannelli solari riguarderà i nuovi edifici pubblici e sarà progressivo, dal 2026 al 2030. Ma dovranno essere attuate strategie, politiche e misure nazionali, per dotare anche gli edifici residenziali degli impianti solari.

I Paesi europei avranno tempo fino al 2040 per dire addio alle caldaie a combustibili fossili, mentre dal 2025 saranno aboliti tutti i sussidi per le caldaie autonome a combustibili fossili. Saranno previsti degli incentivi per agevolare il passaggio a sistemi di riscaldamento e raffreddamento alimentati da energie rinnovabili.

Ok definitivo direttiva case greenOk definitivo direttiva case green: la posizione del Governo italiano

Il via libero definitivo da parte degli Stati membri mette fine all’iter tormentato della direttiva, proposta dalla Commissione a fine 2021.

Fin da subito ha creato non poche polemiche in Italia, soprattutto a causa dell’assenza di finanziamenti da parte dell’Unione Europea, per raggiungere gli standard minimi.

La direttiva sarà pubblicata in Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore venti giorni dopo.

Gli Stati Membri dell’UE avranno tempo due anni per adeguarsi. In questi due anni, le capitali (compresa Roma) dovranno presentare un piano nazionale di ristrutturazione, con le tabelle di marcia per tutti i lavori.

Secondo la Commissione europea, entro il 2030 saranno necessari 275 miliardi di euro di investimenti annui per la svolta energetica del parco immobiliare, ovvero 152 miliardi di euro di investimenti più di ora.

Non sono previsti finanziamenti dedicati, ma i Paesi Membri potranno attingere ai fondi UE, come il Fondo sociale per il clima, il Recovery Fund e i Fondi di sviluppo regionale.

L’impatto finanziario sulle famiglie sarà notevole, per poter raggiungere gli obiettivi entro il 2033. Dipenderà molto dalle caratteristiche degli immobili, ma si stima che la spesa sarà tra i 20’000 e i 55’000 euro.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it