Chi non ricorda come un processo lungo e tortuoso l’ottenimento di un visto per un viaggio all’estero? Molti potrebbero raccontare di lunghe code, discussioni, lungaggini etc. Se poi ci immedesimiamo in chi dall’estero deve ottenere il visto per l’Italia non vorremmo essere nei suoi panni. Già l’Italia nell’immaginario collettivo è associata a termini come burocrazia, lentezza, immobilismo; immaginiamoci cosa può significare il binomio ‘visto + Italia’. Con sorpresa scopriamo invece che il nostro Ministero degli Affari Esteri vanta risultati lusinghieri per rapidità ed efficienza nell’erogazione dei visti.
Alcuni numeri? Nel 2014 i visti rilasciati sono stati 2.216.330 e 88.086 quelli negati (+4,9% nelle domande di visto trattate dalla rete diplomatico-consolare). In media, la rete ha rilasciato un visto ogni quindici secondi.
L’Italia è il secondo tra i maggiori Partner Schengen a concedere visti, dopo la Francia (2.471.220 visti) e prima della Germania (2.154.741 visti concessi). La concessione efficiente dei visti d’ingresso produce non solo effetti benefici indiretti per la nostra economia (attraverso l’attrazione di turisti e uomini d’affari) ma anche introiti diretti non indifferenti per l’erario: nel 2014, come tariffa consolare (ovvero il “prezzo” del visto che si paga all’atto del rilascio), il Ministero dell’Economia e Finanze ha riscosso più di 107 milioni di euro.
Fra le varie Sedi, Mosca si conferma quella con il numero largamente maggiore di pratiche trattate (727.275, +0,3%), seguita da Pechino (225.195, +17%), Istanbul (105.995, +4,6%), Shanghai (113.136, +12,3%), e San Pietroburgo (104.399, +108%). A Mosca, la Sede con il maggiore numero di visti turistici emessi, il tempo di attesa medio è due giorni.
Come sono stati conseguiti questi risultati considerando che i continui incrementi nel numero dei visti emessi sono realizzati in concomitanza con una marcata riduzione delle risorse finanziarie e umane assegnate ai reparti visti all’estero?
Lo abbiamo chiesto a Alberto Colella, responsabile del servizio presso il Ministero degli Affari Esteri: “Uno dei punti di forza del nostro sistema di gestione dei visti d’ingresso è il sistema informatico, sviluppato presso il MAE e denominato VIS: esso permette di acquisire i dati dei richiedenti visto, di effettuare in tempo reale i controlli necessari presso il Ministero dell’Interno e gli organi di sicurezza, di completare le verifiche presso l’apposita banca dati europea e presso i Paesi Schengen che lo richiedano, ed infine di emettere il visto. Il sistema, in continua evoluzione, ha ottenuto diversi riconoscimenti in campo europeo. Il Centro Visti fornisce assistenza alle Sedi estere su temi di normativa sui visti (12 ore al giorno) e sulla gestione tecnico-informatica (24 ore al giorno)”.
Altro esempio di misura efficace e virtuosa è la pagina sui visti del sito MAE: http://vistoperitalia.esteri.it. Gli utenti, accedendo a questa pagina, ottengono un servizio personalizzato, rapido e dall’interfaccia grafica intuitiva, in cui, rispondendo a quattro semplici domande, riescono in pochi secondi a sapere se hanno bisogno o meno del visto, a quali condizioni e con quali requisiti. “La Commissione europea – sottolinea Colella – ha considerato il servizio come una best practice in materia e ha chiesto assistenza per la creazione di un sito europeo – valido per tutti i Paesi Schengen – con le stesse finalità”. Il wizard (come lo chiama la Commissione europea) è disponibile anche in lingua inglese, araba e russa, ed è uno strumento di informazione chiara ed efficace a beneficio dell’utenza.
L’innovazione non finisce qui. E’ stato avviato un progetto per la de-materializzazione delle domande di visto, che permetterà di tagliare e ottimizzare ulteriormente i tempi di valutazione delle pratiche, e di assicurare notevoli vantaggi in termini di gestione, stoccaggio e costi della conservazione della documentazione, soprattutto nelle Sedi maggiori.
Un sistema dei visti efficiente è una risorsa cruciale per lo sviluppo dei flussi turistici verso l’Italia e delle relazioni economico-commerciali con i Paesi emergenti e non: chi è meno competitivo o efficiente rischia di essere tagliato fuori o penalizzato dalla concorrenza, con conseguenze negative sui flussi turistici e di business. Ma è largamente risaputo come a fianco di un sistema eccellente sia cruciale una altrettanto eccellente reputazione. Molto può ancora essere fatto per far conoscere l’efficacia del sistema italiano di rilascio dei visti, ad esempio dandone evidenza sui siti web dei soggetti pubblici e privati coinvolti a vario titolo nell’incoming di flussi turistici leisure o business.