La rete delle associazioni per una città vivibile si mobilità contro le deroghe ai dehors: le proteste montano contro il caos urbano a tutela della salvaguardia delle città storiche.
Oggi, in diverse città italiane, le piazze storiche risuonano di proteste organizzate dalla “rete delle associazioni per una città vivibile“.
L’obiettivo è fermare gli effetti devastanti delle deroghe concesse ai dehors, sia a livello parlamentare che su iniziativa delle amministrazioni locali. Un’accusa particolarmente pesante viene mossa al Comune di Roma, che si distingue per deroghe addirittura peggiorative.
Le deroghe ai dehors e le proteste per salvare le città storiche
I partecipanti, provenienti da quartieri emblematici della Capitale come il Pigneto, San Lorenzo, Monti, Trastevere, ma anche da altre città come Napoli e Firenze, denunciano un vero e proprio assalto agli spazi pubblici da parte di potenti lobbies. Tale fenomeno, che non riguarda solo l’Italia, sta trasformando le città storiche in luoghi sempre più difficili da riconoscere.
Ciò che contraddistingue il nostro Paese, secondo gli attivisti, è il caos che segue a una deregolamentazione senza controlli, senza limiti, incentrata esclusivamente sugli interessi di pochi senza tener conto della vivibilità dei luoghi.
La proliferazione di bed and breakfast, spesso abusivi, e la crescente presenza di locali per la somministrazione sembrano minacciare attività storiche, artigianali e commerciali di prossimità. Un futuro dominato solo da ristoranti, bar, minimarket e souvenir si prospetta, con una qualità del turismo in declino per visitatori, operatori e residenti.
Gli abitanti dei centri storici, quelli che resistono, si sentono sempre più ostaggi delle decisioni delle amministrazioni locali, degli interessi degli imprenditori e degli effetti collaterali di una movida sfrenata e priva di regole. La mancanza di una pianificazione efficace, di sistemi di controllo adeguati e di difese contro gli abusi rende la situazione ancora più critica.
Recentemente, a pochi passi da casa di molti manifestanti, un gruppo di giovani ha addirittura sfondato il portone di un condominio per raggiungere l’appartamento di un cittadino che aveva osato protestare.
Questa la sintesi dell’appello delle associazioni:
Senza regole, senza pianificazione, senza difese e senza diritti, il grido di chi vive nei centri storici si fa sempre più urgente: “Che tipo di città vogliamo diventare?”
La protesta di oggi non è solo un grido di dolore, ma un appello a una riflessione collettiva sulla direzione che stiamo prendendo. La vivibilità delle nostre città storiche è in gioco, e la domanda è rivolta a tutti noi: quale tipo di città vogliamo costruire per il nostro futuro?
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it