democrazia-oligarchicaLa democrazia è un termine che noi consideriamo sempre positivo, perché pensiamo che questo termine equivalga come l’etimologia della parola fa intendere: governo del popolo e quindi sarà rispettata sicuramente la volontà dei cittadini e noi affianchiamo a questo anche il significato di sensibilità e rispetto dei diritti degli altri.

Ma cosa significa essere rispettosa dei diritti altrui?

Democrazia e diritti

Dipende naturalmente dei diritti che sono riconosciuti generalmente dalla comunità di riferimento.

E questo può naturalmente cambiare nel tempo.

Pensiamo per esempio che in Italia fino al 1946 le donne non votavano o che fino al 1975, solo il padre poteva rappresentare i figli, come se la madre fosse un optional o potesse avere questa rappresentanza solo in mancanza del padre.

Ma prima del 1975, nessuno pensava di non essere democratico, in quanto in Italia teoricamente c’era la democrazia, quindi anche rispettosa dei diritti altrui. Solo che la donna a quel tempo non aveva quei diritti e culturalmente questa cosa era accettata evidentemente dalla maggioranza.

La democrazie è un concetto relativo

Quindi la democrazia non è un concetto assoluto, ma un concetto che cambia secondo regole compatibili con sé stessa, secondo i propri valori e la propria cultura. Chi stabilisce quindi qual è il vero comportamento democratico?

Possiamo dire che lo stabilisce il popolo. Ma come? Attraverso la delega ai rappresentanti eletti.

Ma a sua volta, neanche da tutti i rappresentanti eletti, ma solo di chi rappresenta la maggioranza. Infatti, è la maggioranza che decide, pertanto quando c’è una scelta del governo o del parlamento, non si potrebbe dire, gli italiani hanno deciso questo o quello, perché sicuramente c’è una parte di italiani, che può essere anche di un numero molto importante, che quella scelta non l’ha fatta e magari era proprio contraria a quella scelta.

Tutto questo di solito ha un limite, dato da alcuni vincoli, come ad esempio in Italia esiste la costituzione, che comunque vieta che la maggioranza possa stabilire regole che tolgano alcuni diritti fondamentali, come la libertà religiosa, la libertà di movimento, la libertà personale, la libertà di studio, la libertà di parola, ecc. per impedire che ci possa essere una maggioranza, che possa schiacciare completamente gli altri ed abbia un potere pericoloso che possa eliminare o ridurre i diritti fondamentali riconosciuti per ogni individuo.

Quindi, le decisioni prese in democrazia, non tengono conto di una parte della popolazione, ma tengono conto solo della volontà della maggioranza della popolazione attraverso i suoi rappresentanti.

Pertanto, non è proprio una vera democrazia, che tiene conto del parere dell’intera popolazione, ma solo di una parte.

Una vera democrazia

Per una vera democrazia, si dovrebbe poter discutere facendo esprimere ad ognuno il proprio pensiero, facendo partecipi tutti senza pretesa che ci sia qualcuno che debba dare per forza ragione all’altro, considerando il parere degli altri per verificare la bontà del proprio, rispettando le scelte altrui come necessario rispetto delle proprie libertà e infine quando si deve decidere, cercare sempre una mediazione anche con la minoranza.

Decidere a maggioranza, significa sempre avere un vincitore e un perdente, cosa che non è compatibile con la vera democrazia e non si può pensare in democrazia vedere comunque una parte della popolazione come un nemico.

È importante in una democrazia che il popolo abbia fiducia nelle sue leggi e che senta le leggi dello Stato come le sue leggi, come scaturite dalla sua coscienza e non come imposte da una entità astrusa rispetto al proprio sentire.

Nello stesso tempo, democrazia significa anche libertà, proprio per il concetto del rispetto del singolo individuo.

Uno stato è politicamente libero, se le sue istituzioni politiche rendono di fatto possibile ai suoi cittadini di cambiare governo secondo le regole determinate e senza spargimento di sangue.

Limitazione alle libertà individuali

Una evidente mancanza di democrazia in Italia è ad esempio la limitazione delle libertà individuali imposte da una dittatura sanitaria che non tiene conto dei vincoli imposti dalla costituzione, nonché il rinvio delle elezioni previste a scadenza.

In questo caso il popolo è stato messo in disparte, volutamente e in malafede, considerando il popolo non come governo, ma qualcosa da governare, limitando la democrazia, trasferendo il potere decisionale a istituzioni esterne e non elette come il comitato tecnico scientifico o commissari vari con poteri straordinari e addirittura mettendo in campo perfino l’esercito.

Tutto questo è stato comunque permesso dal popolo, in quanto una dittatura non è mai esistita per volere di un dittatore, ma per la mancanza del cuore pulsante di un popolo, che permette la realizzazione di una parodia di democrazia, ancora più pericolosa di una dittatura palese, che darebbe alla gente l’opportunità di contrastarla e opporsi con qualsiasi mezzo.

La qualità della democrazia

La qualità della democrazia e questo riuscire a palesare le cose dipende purtroppo anche dalla qualità del giornalismo che insiste su quello stato. La propaganda è in democrazia quello che in uno stato totalitario, si farebbe con l’esercito e le forze di polizia. La democrazia viene meno, anche se non c’è il controllo della televisione e quest’ultima viene gestita dal potere, che è in grado di far credere al popolo che ancora governi. La propaganda, con i suoi artifizi, riesce a dare ad ogni cittadino il diritto di essere il proprio oppressore e per questo viene chiamato in causa solo e ogni volta che il potere ha bisogno di lui.

Questo fa sì che le democrazie moderne non sono ancora riuscite a realizzare la democrazia fondata sulla discussione, ma funziona soltanto se riesce a far smettere la gente di discutere, perché alla base c’è un problema culturale.

Nelle democrazie, i governanti sono raramente molto diversi dei governati e anche se la democrazia è riconosciuta come la miglior forma di governo, non ha ancora trovato popoli alla sua altezza, e per avere la conferma di questo, basta una conversazione di soli cinque minuti con l’elettore medio.

La democrazia funzionerebbe bene, solo con un popolo educato, illuminato e informato, ma la realtà è, che una ignoranza media individuale, non può fare una saggezza collettiva e non esiste altro metodo che conteggiare quei voti, che invece bisognerebbe pesare.

Una critica ragionata alla democrazia

La critica che molte volte si fa alla democrazia è proprio questa, ossia il forte dubbio che un milione di persone sia più saggio di un solo uomo e quindi, anche se sembra un opzione che oggi non si può neanche prendere in considerazione, per l’ipocrisia del politically correct, in modo empirico si potrebbe affermare che per realizzare una democrazia compiuta, bisognerebbe avere il coraggio di rimettere in discussione il diritto di voto, in quanto è un’attività sensibile e pericolosa, che dovrebbe essere sottratta ai molti che non hanno una minima educazione civica, una certa cultura  ed una certa capacità critica.

Tutte cose a cui dovrebbe pensare la scuola dell’obbligo e il sistema di istruzione in genere, perché la democrazia non può essere soltanto il dir itto di voto, ma il diritto di vivere in libertà e con dignità e non ci possa essere nessuno che abbia il potere di comprare un voto e nessuno così culturalmente sprovveduto e così sventurato da doversi vendere.

 

 


Fonte: articolo di Roberto Recordare