Decreto Sicurezza, alla Camera la fiducia alla fine è stata incassata. Ecco cosa si prospetta adesso.
Il 27 novembre la camera ha approvato il ddl 840/2018, il cosiddetto decreto sicurezza e immigrazione nella versione in cui era stato modificato e approvato dal senato il 7 novembre . Sul testo il governo aveva messo la fiducia. Il decreto sicurezza, di conseguenza, incassa la fiducia alla Camera con 336 sì e 249 no.
Il decreto sicurezza non ha avuto un iter parlamentare semplice, tutt’altro: si è trovato di fronte una strada in salita: tensioni all’interno del governo, fibrillazioni e malumori tra i 5 stelle.
Immigrazione, sicurezza pubblica, organizzazione del ministero dell’Interno e dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati o confiscati alla criminalità organizzata. Sono questi i tre cardini del decreto.
Immigrazione
Viene cancellato il permesso di soggiorno per motivi umanitari (articolo 1), che aveva la durata di due anni e consentiva l’accesso al lavoro, al servizio sanitario nazionale, all’assistenza sociale e all’edilizia residenziale. Al suo posto vengono introdotti permessi particolari, a portata limitata.
La durata massima del trattenimento degli stranieri nei Centri di permanenza per il rimpatrio viene allungata dagli attuali 90 a 180 giorni, periodo considerato necessario all’accertamento dell’identità e della nazionalità del migrante.
Sicurezza Pubblica
Tra le misure, in evidenza gli articoli 20 e 21 disciplinano l’applicazione del cosiddetto “Daspo” (Divieto di accedere alle manifestazioni sportive): viene esteso anche agli indiziati per reati di terrorismo, anche internazionale, e di altri reati contro lo Stato e l’ordine pubblico e sarà applicabile anche in aree destinate allo svolgimento di fiere, mercati e pubblici spettacoli, oltre che negli ospedali e nei presidi sanitari.
Organizzazione beni sequestrati
Aumentano (di 5 milioni di euro) le risorse per le Commissioni incaricate di gestire gli enti sciolti per mafia e viene rivista l’organizzazione dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, che potrà avere fino a quattro sedi secondarie. Ok alla liberalizzazione per la vendita dei beni sequestrati ai mafiosi anche ai privati.