L’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci) ha recentemente presentato alla Commissione Bilancio del Senato un documento sul decreto legge in materia di politiche di coesione, fornendo anche diverse proposte emendative al testo attuale.
Il documento offre un’analisi completa delle nuove misure e delle sfide che i Comuni italiani dovranno affrontare nel ciclo di programmazione 2021-2027.
Si prevede tramite questi investimenti un finanziamento complessivo in Europa di 392 miliardi di euro. Per l’Italia, il nuovo Accordo di Partenariato è stato approvato con oltre otto mesi di ritardo rispetto al precedente ciclo 2014-2020. Il valore della nuova programmazione per l’Italia, che combina i 43 miliardi di euro provenienti dai fondi europei con i cofinanziamenti nazionali, raggiunge i 74 miliardi di euro.
Priorità per gli enti locali
La nuova programmazione italiana riserva particolare attenzione alle città e ai Comuni, con diverse iniziative chiave:
- il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) destinerà almeno l’8% della sua dotazione a interventi di sviluppo urbano sostenibile, in aumento rispetto al 5% della precedente programmazione
- il Programma Nazionale (PN) Metro, dedicato ai Comuni capoluogo delle Città Metropolitane, avrà una dotazione di circa 3 miliardi di euro, più che triplicata rispetto alla precedente programmazione
- una nuova linea di finanziamento di 300 milioni di euro sarà destinata a 39 città medie del Sud per azioni di innovazione sociale
- le strategie urbane regionali prevedono iniziative di rigenerazione urbana per un valore stimato di 2,1 miliardi di euro.
Strategia nazionale per le aree interne
La strategia nazionale per le aree interne prevede un aumento del numero di Comuni coinvolti, arrivando a includere 1.904 Comuni in 124 aree di progetto, con una popolazione complessiva di oltre 4,5 milioni di abitanti. Questo programma mira a rafforzare lo sviluppo e la coesione nelle zone meno sviluppate del paese.
Capacità per la coesione e assunzioni
Il programma “Capacità per la Coesione” prevede l’assunzione di 1.674 unità di personale a tempo indeterminato presso i Comuni e le loro Unioni, e 70 unità nelle Città Metropolitane. Oltre 1.800 Comuni e Unioni di Comuni hanno manifestato interesse per questo programma, e sono in corso di definizione i criteri per la distribuzione del personale.
Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC)
Il FSC per il ciclo 2021-2027 ha una dotazione di circa 76 miliardi di euro. La programmazione di queste risorse avviene tramite Accordi per la Coesione, istituiti con il DL SUD. Finora, sono stati stipulati 16 accordi con le Regioni, ma nessuno con i Ministeri, evidenziando la necessità di un maggiore coinvolgimento dei Comuni nella gestione di questi fondi.
Le criticità
L’Anci ha evidenziato alcune problematiche rilevanti nel nuovo decreto “Ulteriori disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione“.
Tra le principali criticità segnalate, vi è l’assenza di disposizioni chiare riguardo ai soggetti attuatori. Questo punto è cruciale perché, secondo Anci, la mancanza di chiarezza può portare a un eccesso di discrezionalità da parte delle amministrazioni titolari nel designare chi dovrà attuare i progetti. Tale discrezionalità rischia di rallentare significativamente l’implementazione delle politiche di coesione, contrariamente agli obiettivi del decreto, che puntano a velocizzare l’attuazione di tali politiche.
Il decreto poi non prevede meccanismi adeguati di coordinamento tra le diverse istituzioni coinvolte. Questo potrebbe portare a sovrapposizioni, duplicazioni e conflitti di competenza, ostacolando una gestione efficiente dei fondi e degli interventi. Per esempio, senza un chiaro coordinamento tra ministeri, regioni e comuni, il rischio è che i progetti finanziati possano essere mal gestiti o non rispondere pienamente alle esigenze territoriali.
Anci ha anche sollevato preoccupazioni riguardo alla distribuzione dei fondi. I piccoli comuni potrebbero essere svantaggiati rispetto alle grandi città, ricevendo finanziamenti insufficienti per affrontare le proprie necessità specifiche. Questo squilibrio potrebbe ampliare il divario tra aree urbane e rurali, compromettendo l’obiettivo delle politiche di coesione di ridurre le disparità territoriali.
Infine ha osservato che molti comuni, specialmente quelli più piccoli, potrebbero non avere le competenze tecniche necessarie per gestire efficacemente i progetti finanziati dal decreto. La mancanza di formazione e supporto tecnico può compromettere la qualità e l’efficacia degli interventi.
Le proposte di miglioramento
In risposta a queste preoccupazioni, ha proposto una serie di emendamenti volti a migliorare l’efficacia del decreto. Tra le proposte più importanti vi è l’inclusione dell’associazione nella Cabina di Regia. La Cabina di Regia è l’organo responsabile del coordinamento delle politiche di coesione, e Anci ritiene che la sua presenza sia essenziale per rappresentare adeguatamente le esigenze e le istanze dei Comuni, che sono i principali attori nell’implementazione di molti progetti di investimento.
Inoltre, ha suggerito un maggiore coinvolgimento delle amministrazioni comunali nella definizione e gestione degli interventi prioritari. Questo coinvolgimento è ritenuto fondamentale per garantire che gli interventi siano effettivamente rispondenti alle necessità locali e possano essere realizzati in tempi più rapidi e con maggiore efficienza. Un esempio positivo è rappresentato dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), che ha dimostrato l’efficacia di una chiara individuazione dei soggetti attuatori fin dalle prime fasi di programmazione, riducendo i passaggi burocratici e accelerando l’avvio dei progetti.
L’associazione ha anche sottolineato l’importanza di stabilire un rapporto di collaborazione e controllo reciproco tra le amministrazioni titolari e i soggetti attuatori, con una chiara definizione di compiti e responsabilità. Questo approccio è stato adottato con successo nel PNRR e dovrebbe essere esteso anche alle politiche di coesione per migliorare la trasparenza e l’efficacia della gestione dei fondi.
Infine, Anci ha proposto emendamenti specifici per rafforzare il ruolo dei Comuni nelle decisioni strategiche e nella gestione dei fondi.
Ad esempio:
- l’attribuzione alla Cabina di Regia della competenza di approvare l’elenco degli interventi prioritari,
- l’estensione del coinvolgimento delle grandi città nel “Fondo perequativo infrastrutturale per il Mezzogiorno”,
- e l’inclusione della Cabina di Regia nella definizione del Programma Nazionale Cultura.
Le proposte emendative sono incluse in maniera dettagliata nel documento allegato qui di seguito.
Decreto legge Coesione, ecco il documento con le proposte Anci
Qui il testo completo del documento elaborato dall’Anci.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it