La regione Trentino-Alto Adige ha dato il via libera al decreto legge che prevede l’abbattimento degli orsi pericolosi: ecco nel dettaglio.
Il Consiglio provinciale di Trento ha approvato il decreto che dà la possibilità all’amministrazione di abbattere fino ad otto orsi problematici e pericolosi all’anno, per il 2024 e il 2025.
L’approvazione è arrivata dopo una giornata non priva di tensioni e la decisione ha scatenato le ire degli animalisti.
Ecco cos’è successo.
Decreto per l’abbattimento degli orsi pericolosi: il via libera del Trentino
La nuova legge è stata approvata con 19 voti a favore del Centrodestra, 2 contrari e 11 astenuti (PD, Campobase e Casa Autonomia). Prevede, fino al 2025, la possibilità di abbattere fino a otto orsi l’anno (quattro adulti, di cui non più di due femmine e non più di due maschi e quattro cuccioli), considerati confidenti e pericolosi.
A partire dal 2026 le quote massime andranno ridefinite.
Secondo Ispra, otto esemplari l’anno possono essere uccisi senza portare ad un declino demografico della specie. Non intervenendo, si rischierebbe un aumento della popolazione ursina, in quindici anni, fino a 250 esemplari e oltre.
Decreto per l’abbattimento degli orsi pericolosi: la reazione degli animalisti
Nella giornata della votazione, ci sono state diverse polemiche, sia in aula che fuori.
Diversi i momenti di tensione per le proteste e gli imbrattamenti da parte degli attivisti di Stop Casteller, che hanno tentato di entrare nell’aula, ma che sono stati bloccati dalle forze dell’ordine.
L’Ente nazionale per la Protezione degli animali ha subito commentato la vicenda, dopo il voto:
“Una vergogna! Non permetteremo che dopo M90 altri sette orsi siano uccisi. Ci rivolgiamo alla premier Giorgia Meloni per chiedere al Governo di intervenire e impugnare la legge davanti alla Corte Costituzionale, affinché si pronunci sullo scempio normativo voluto da Fugatti per armare i fucili contro gli orsi. Orsi che, fino a prova contraria, sono ancora una specie particolarmente protetta dalle norme europee e da quelle italiane. Chiediamo che il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, faccia da capofila in questo intervento del Governo. Un atto che consideriamo necessario, un dovere morale e istituzionale da parte del Governo. Ministro che recentemente aveva finalmente preso posizione sulla necessità di una seria politica di prevenzione da parte della Pat, come nel caso dell’adozione a tappeto dei cassonetti anti-orso”.
A protestare anche l’Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali) che annuncia battaglia in tutte le sedi possibili, sia a livello europeo che nazionale.
L’Organizzazione accusa la regione Trentino di non aver adottato adeguate misure di prevenzione per mettere in sicurezza residenti, escursionisti e animali, ragionando solo in termini di abbattimento.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it