In Italia 4 aziende su 10 ricorrono all’anticipo fatture della pubblica amministrazione. Per fronteggiare i ritardi nei pagamenti degli enti pubblici le aziende ricorrono all’anticipo delle fatture PA, anche digitale.
I giorni di ritardo nei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione in Italia sono in media tra i 41 e i 55, con il 62% degli enti pubblici che paga strutturalmente in ritardo. I dati, pubblicati nell’analisi sulla Pubblica Amministrazione redatta dall’ufficio studi di Banca IFIS Impresa, mostrano un’Italia ancora in ritardo, seppure in miglioramento rispetto ai trimestri precedenti in questo settore.
La “maglia nera” nella classifica del ritardo dei pagamenti va alle ASL, gli enti con maggiori giorni medi di ritardo (71,5 giorni), a cui seguono Comuni e Province. Per quanto riguarda i settori produttivi, invece, la PA paga con ritardo soprattutto i settori dell’edilizia, energia e servizi. Un problema che le aziende cercano di risolvere chiedendo l’anticipo fatture PA, utilizzando i crediti certificati come strumento di liquidità immediata per far fronte alle necessità di cassa dell’impresa. Sempre più titolari di impresa scelgono inoltre l’anticipo delle fatture digitali emesse nei confronti della PA, eliminando così perdite di tempo prezioso per le attività ed il lavoro quotidiano. Un approccio che ha adottato anche lo stesso Ministero delle Finanze (MEF) con la Piattaforma per i Crediti Certificati, un portale web nel quale le imprese sono tenute a certificare i propri crediti vantati verso la Pubblica Amministrazione. Un’ottima iniziativa che però non viene utilizzata ancora al massimo: sempre secondo l’analisi di Banca IFIS Impresa solo il 40% degli enti pubblici italiani è censito nella PCC e nel 2016 il gap tra l’importo delle fatture PA registrate e quelle saldate era pari a 43,5 miliardi di euro.
Il mercato potenziale c’è, come ci sono player che hanno le capacità sia di supportare le imprese anticipando loro la liquidità “bloccata” dai ritardati pagamenti della pubblica amministrazione, sia di offrire un servizio tutto digitale. Tra questi c’è TiAnticipo (www.tianticipo.it), un servizio di finanziamento digitale dedicato interamente alle imprese che vantano crediti certificati verso la Pubblica Amministrazione. Funziona così: una volta che l’impresa ha certificato i crediti nella piattaforma PCC del MEF, può procedere a effettuare il preventivo su www.tianticipo.it/preventivo e a caricare le fatture insolute effettuando la cessione del credito certificato.
“Il preventivo si fa in pochi secondi, entro 48 ore viene completata la valutazione della richiesta e, una volta ottenuto l’ok da parte del MEF, possiamo erogare il credito richiesto. Un processo che ci permette di consegnare all’impresa la liquidità necessaria al massimo in 10 giorni” ha detto Raffaele Zingone, Responsabile di Banca IFIS Impresa Italia, la banca che ha sviluppato TiAnticipo. “Prima di cedere la fattura, l’impresa deve far certificare il proprio credito allo Stato, tramite l’apposita piattaforma elettronica del MEF. Una volta ricevuto il preventivo di TiAnticipo, online, gratuito per l’azienda e totalmente disintermediato”. Il prossimo sviluppo vedrà anche il riconoscimento a distanza dell’impresa con la firma digitale. “Per Banca IFIS – conclude Zingone – si tratta di un altro passo verso l’innovazione fintech diretta a dare un sostegno concreto a imprese e PMI italiane”.