Tra il 2009 e il 2013 ci sono stati 59.570 fallimenti. L’anno scorso le banche hanno tagliato 53 miliardi di prestiti alle imprese

Nonostante gli sforzi e l’impegno di pagare una buona parte dei debiti accumulati in questi ultimi anni,nel 2013 la nostra Pubblica amministrazione (Pa) ha pagato i suoi fornitori mediamente dopo 170 giorni10 giorni in meno rispetto al 2012. Sebbene siamo una delle Pa che ha realizzato lo sforzo maggiore, in questa particolare graduatoria continuiamo a essere i peggiori pagatori d’Europa. Persino la Grecia salda i suoi debiti in tempi più brevi dei nostri: mediamente dopo 159 giorni. La media Ue, invece, si attesta sui 61 giorni, contro i 60 della Francia, i 41 del Regno Unito e i 36 della Germania.

A dirlo è la CGIA che ha stilato questa graduatoria (su dati Intrum Justitia) dopo aver appreso dal Vice Presidente della Commissione europea, Antonio Tajani, che all’indomani delle elezioni europee scatterà la procedura di infrazione contro il nostro Paese a seguito dei forti ritardi nei pagamenti da parte della nostra Pa.

Ma per la CGIA è molto preoccupante anche il numero di fallimenti che si sono registrati negli ultimi 5 anni di crisi. Negli anni che vanno dal 2009 al 2013, il numero dei fallimenti ha toccato quota 59.570 unità. Nel 2013 abbiamo raggiunto il livello massimo: 14.269. Tra il 2009 e il 2013 l’incremento ha superato il 52%.

“Oltre agli effetti della crisi economica – segnala il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – a dare un contributo all’impennata dei fallimenti hanno sicuramente contribuito il ritardo dei pagamenti da parte della Pa, l’incremento del livello di tassazione avvenuto in questi anni e la contrazione nell’erogazione del credito praticata dalle banche. Si pensi che nel 2013 la pressione fiscale si è stabilizzata al 43,8%, mentre le banche hanno tagliato ben 53 miliardi di prestiti alle imprese”.

FONTE: CGIA Mestre

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