cartelleIn Italia il ritardo dei pagamenti continua ad essere un fardello per tutto il ciclo produttivo, che vale circa il 3,1% del Pil, per 49 miliardi di euro, se escludiamo i debiti acquisiti da intermediari finanziari, ma la cifra raddoppia se prendiamo in esame lo stock complessivo del debito, oggi a quota 70 miliardi. A tanto ammonta lo stock del debito commerciale della pubblica amministrazione.

 

Sebbene la legge imponga alla Pubblica amministrazione (Pa) di pagare i propri fornitori con tempi compresi tra i 30 e i 60 giorni, una parte rilevante dei principali Comuni capoluogo di provincia, delle Regioni, dei Ministeri, delle grandi Asl e di alcuni enti pubblici continua a non rispettare questa scadenza.

 

A causa della lentezza delle burocrazie, le imprese rischiano di rimanere incagliate nelle secche della mancanza di liquidità. Sono 3,5 milioni le aziende, pari al 76 per cento del totale nazionale, che soffrono di problemi di liquidità riconducibili al ritardo nei pagamenti. Se lo Stato italiano avesse pagato i propri debiti a 30 giorni, il beneficio sarebbe stato di 5,3 miliardi, lo 0,3% del Pil, corrispondente anche a maggiori investimenti e nuove assunzioni. E a cascata le cattive abitudini si riflettono anche nel privato.

 

Nonostante i tempi di pagamento nell’ultimo anno siano scesi di 21 giorni, secondo Intrum Justitia nel 2015 la nostra Pa si conferma la peggiore pagatrice d’Europa, visto che salda mediamente i propri fornitori dopo 144 giorni, contro i 34 giorni medi che si registrano in Ue. Rispetto ai nostri principali partner economici, la Francia salda le proprie fatture dopo 62 giorni, i Paesi Bassi in 32 giorni, la Gran Bretagna in 24 giorni e la Germania dopo 19 giorni.

 

Inoltre, il sito del governo che aggiorna sullo stato di avanzamento del pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione non è aggiornato dal 30 gennaio. Alcuni segnali fanno supporre che i ritardi nel pagamento delle fatture siano si siano effettivamente ridotti, anche per via dei recepimento nella normativa italia della direttiva europea 2011/7/UE che impone di non far trascorrere più di 30 giorni dallo stacco della fattura al pagamento. Ma altri segnali autorizzano a pensare che molte amministrazioni pubbliche continuino a fare le furbe.