DDL Pillon, donne in piazza a Roma per protestare: ecco il resoconto della giornata di manifestazione contro il disegno di legge.
È iniziato, srotolando due lunghissimi striscioni di 50 metri l’uno contenenti la lista dei nomi propri dei primi 150mila firmatari della petizione che su change.org chiede il ritiro del ddl Pillon, il presidio lanciato in piazza Montecitorio a Roma da D.i.Re-Donne in Rete contro la violenza, Casa internazionale delle Donne, Non Una Di Meno, Cgil, Arci, Rebel Network, Udi-Unione donne in Italia, Cismai-Coordinamento italiano servizi maltrattamento infanzia e con Arcilesbica-Roma, IGLBC-Italian Gay and Lesbian Business Chamber e Edge.
“Attenzione donne, è arrivato il mediatore familiare, che ci fa tornare al Medioevo”. Ricalca il vecchio ritornello dell’arrotino uno degli slogan gridati in piazza Montecitorio dalle donne, in presidio per chiedere il ritiro del ddl Pillon nella giornata in cui inizia la sua discussione in Commissione Giustizia al Senato. “Il ddl Pillon va ritirato”, chiedono a pochi passi dalle aule parlamentari le promotrici del sit in che per due ore hanno esposto un quadrilatero di nomi, 150mila delle oltre 170mila firme raggiunte dalla petizione lanciata su change.org a ottobre contro l’odiato disegno di legge.
Il perché della protesta
Sugli striscioni “ci sono le oltre 170mila persone, donne e uomini, che hanno firmato l’appello diffuso dallo scorso ottobre per chiedere il ritiro del ddl Pillon e, a questo punto, di tutti e cinque i disegni di legge correlati che chiedono al nostro Paese di tornare indietro di tanti anni – dichiara alla Dire Raffaella Palladino, presidente di D.i.Re-Donne in Rete contro la violenza- Abbiamo messo su una rete di associazioni e siamo in rete già con tutte le opposizioni. Finché non saranno ritirati sarà mobilitazione permanente”.
“Sarà agitazione permanente”, ribadisce Simona Ammerata, attivista di Non Una Di Meno e della Casa delle Donne ‘Lucha y Siesta’, che alla Dire spiega: “La cancellazione, il ritiro del ddl Pillon, è la battaglia di Non Una Di Meno, perchè quel provvedimento va a ledere la libertà e l’autonomia delle donne e vuole modificare leggi che sono state conquiste delle donne negli Anni 70”.
E rilancia sulla giornata degli spazi femministi, che il prossimo 18 aprile porterà a piazza del Campidoglio le attiviste di Non Una Di Meno per una vertenza che coinvolge “la Casa delle Donne ‘Lucha y Siesta”, a rischio chiusura per la messa in vendita dello stabile da parte di Atac, ma anche la “Casa Internazionale delle Donne e l’Alveare, altro importante spazio chiuso” in una Capitale a guida femminile, che però “resta in silenzio”.
Le donne della politica e della società civile in piazza
Raggiungono le donne in piazza esponenti delle opposizioni, da Monica Cirinnà a Rossella Muroni, da Laura Boldrini a Nicola Fratoianni, in una battaglia che sembra unire mondo della politica e società civile, e perfino il mondo degli artisti, che scende in campo con la cantante Fiorella Mannoia. “C’è un attacco ai diritti delle donne che va dal locale, al nazionale, al globale- dichiara alla Dire Maria Brighi, della Casa Internazionale delle Donne- Non solo ai diritti, ma anche alla vita delle donne, ai nostri desideri. Il 18 in Campidoglio andremo a chiedere alla sindaca Raggi che non vengano chiusi gli spazi femministi, ma che vengano addirittura aumentati. Che vengano aperte nuove case delle donne, nuovi spazi femministi, nuovi consultori e nuovi centri antiviolenza”.
E dalla piazza emerge con forza proprio la voce dei centri antiviolenza, tra le realtà più in agitazione per l’iter del ddl: “È una lotta di tutte e tutti, perchè il ddl Pillon vuole annullare il pluralismo e la democrazia nel nostro Stato e in questo disegno configura un unico modo di pensare e di realizzare la separazione, cercando di impedirla in tutti i modi possibili”, dichiara alla Dire Elisa Ercoli, presidente della Ong Differenza Donna, che lo definisce pericoloso “perchè anticostituzionale” e perchè “punta a nascondere la violenza maschile contro le donne”.
“Benchè il senatore Pillon dica che ha pensato all’ipotesi delle donne in uscita dalla violenza, in realtà noi dei centri antiviolenza che lo abbiamo studiato sappiamo che non è vero- chiarisce Ercoli- Lui pensa a tempi immediati in cui appena si deposita la separazione si deve attivare la mediazione familiare e esonera dalla mediazione solo le donne che hanno subito maltrattamenti sistematici, che noi potremmo riscontrare solo dopo anni dall’avvio della separazione. Quindi, di fatto, le donne, i bambini e le bambine in uscita dalla violenza rimarrebbero in una situazione di gravissima violazione dei diritti umani- conclude la presidente di Differenza Donna- violando il ddl tutte le convenzioni internazionali, non ultima quella di Istanbul, e la nostra Costituzione”.
In Piazza anche Laura Boldrini
Il ddl Pillon “non è un testo emendabile”. Lo ha detto la deputata, già presidente della Camera, Laura Boldrini, nel corso del presidio contro il ddl Pillon in corso a piazza Montecitorio. “Non è possibile mantenere quel testo, perché è contrario ai principi fondamentali delle nostre conquiste, del diritto di famiglia nato da decenni di battaglie. Deve essere ritirato e non devono fare i furbi, far finta di ritirarlo e poi mettere dentro al testo base gli stessi principi. È giusto che ci sia la mobilitazione, perché il ddl Pillon tratta i bambini e le bambine come pacchi postali, toglie l’assegno di mantenimento dei figli, mentre in Italia lavora solo il 49% delle donne”.
Una “misura crudele” per Boldrini, “che impone la mediazione anche quando c’è violenza domestica, ma come si fa a chiedere una donna di andare a mediare quando il marito le usa violenza? Questo è vietato dalla Convenzione di Istanbul che oggi fa parte del nostro ordinamento”. È un provvedimento “da rimandare al mittente su tutta la linea”, le “donne di fanno sentire, io spero che ci ascoltino”. Boldrini torna quindi sul Congresso delle famiglie di Verona “fatto per spiegarci che cos’è una famiglia, e poi tolgono i bonus babysitter, è un’incoerenza. Non accetteremo compromessi”. I cinque stelle “dicono tutto e il contrario di tutto, sono contrari al ddl Pillon e poi l’hanno firmato. Affermare questo e poi non fare niente- conclude la deputata- vuol dire prendere in giro le persone”.
Il resto del resoconto lo trovate a questo link.