controllare posta elettronica datore di lavoro dipendenteVediamo se è legale che il datore di lavoro controlli la posta elettronica di uno dei dipendenti, per cercare un illecito.


Se c’è un illecito da confermare, da parte di un dipendente, il datore di lavoro ha la possibilità di controllare la sua posta elettronica?

Dopo l’istituzione della riforma del lavoro del 2015 (il Jobs Act), si sono fatti più sottili i limiti tra controlli e privacy, fra datore di lavoro e dipendenti.

Ma è pur vero che un accesso libero viene considerato illegittimo. Ecco allora quali sono i limiti.

Posta elettronica dipendente: il datore di lavoro può controllarla indistintamente?

Secondo la legge, possono essere effettuati dei controlli sulla messaggistica elettronica dei dipendenti, da parte del datore di lavoro, solo nei seguenti casi:

  • Se avvengono sull’account aziendale (che è di proprietà del datore di lavoro);
  • Se il dipendente viene informato della possibilità dei controlli sulle mail, prima dell’inizio del lavoro (l’informativa deve essere preferibilmente in forma scritta);
  • In caso di “sospetto fondato” di un eventuale illecito da parte del dipendente.

Esclusi questi casi, il datore di lavoro non può controllare la mail dei suoi dipendenti (o ex dipendenti).

Licenziamento dipendente a causa di una mail: è possibile?

Se il datore di lavoro viene a conoscenza di un illecito, all’interno di una mail (come la divulgazione di informazioni riservate o commenti fatti per screditare il vertice aziendale), c’è la possibilità di licenziare il dipendente.

Ma il licenziamento può essere possibile solo se

  • Il dipendente era stato informato della possibilità di controllo della sua posta elettronica;
  • Il controllo della mail viene fatto dopo la notizia della condotta illecita e quindi dopo l’insorgere del sospetto.

In una sentenza del Tribunale del Lavoro di Roma, pubblicata lo scorso 14 febbraio 2024, è stato annullato il licenziamento di un dirigente di una compagnia aerea.
L’azienda aveva ritenuto giusto il licenziamento, perché aveva trovato delle mail denigratorie, nei confronti della governance aziendale, nella casella postale del dipendente.

Le informazioni, però, erano state ottenute tramite un accesso illecito del manager, violando l’art.4 dello Statuto dei Lavoratori e la normativa europea e nazionale sulla privacy. Per questo, il Tribunale ha annullato la decisione precedente, reintegrando il dipendente licenziato.

Perciò, il controllo delle mail può avvenire solo dopo l’insorgere di un “fondato sospetto” e non prima. Nel caso in oggetto alla sentenza, invece, i datori di lavoro avevano acquisito le mail, prima di avere il dubbio per la commissione dell’illecito.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it