livelli essenziali assistenza sanitaDati Sanitari Sensibili: aumentano i rischi per la privacy.


L’operazione di digitalizzare la Sanità e la Pubblica Amministrazione presenta moti dubbi e molte criticità. Si moltiplicano casi di abusi, errori e veri e propri attacchi. Quanti i pazienti danneggiati? Quanti e quali strutture e operatori sanitari coinvolti?

 

Si sottovaluta, infatti, che sistemi di inserimento e consultazione dei dati sono troppo insicuri, pieni di errori di programmazione ed esposti ad attacchi di ogni genere. Risultano insufficienti le misure adottate a tutela della privacy, sia relativamente al coinvolgimento dei cittadini utenti che alla competenza e soprattutto la responsabilità del personale sanitario.

 

Dati Sanitari Sensibili: aumentano i rischi per la privacy

 

Vulnerabilità note e abusi prevedibili stanno alimentando il mercato nero dei dati personali.

 

La grave sottovalutazione della pervasività dei big data è stata confermata dal fatto che il consenso dei cittadini pazienti molto spesso non è stato richiesto e, quando è stato richiesto, non sono state fornite le dovute e necessarie informazioni, in maniera comunque e sempre difforme rispetto a quanto disposto espressamente dal Garante della Privacy che imponeva il “consenso informato, consapevole, libero, specifico, attuale, manifesto”.

 

Occorre far crescere la consapevolezza degli utenti sui rischi che si possono correre quando si naviga in Rete o si pubblicano on line informazioni sulla propria salute, magari per scambiarsi opinioni con altre persone o richiedere un consiglio di esperti”. Lo dice il Garante della privacy, Antonello Soro, commentando all´Adnkronos salute la ricerca dell´University of Southern California di Los Angeles. Lo studio evidenzia il rischio che, navigando in Rete su temi medici, vengano diffusi dati sensibili come quelli sulla salute.

 

“Indicare troppi dettagli, pubblicare foto e video o addirittura rendersi identificabili sul web in relazione alla propria patologia – prosegue il Garante – può esporre a usi impropri” di queste informazioni, “anche alla luce del fatto che i dati possono essere indicizzati dai motori di ricerca generalisti”.

 

“Per questo, già abbiamo chiesto da tempo ai siti, ai blog, ai forum e ai social network italiani che si occupano di salute – aggiunge Soro – di fornire agli utenti una specifica avvertenza, per informarli sui rischi di mettere on line dati sanitari e soprattutto di adottare rigorose misure di sicurezza a protezione di questi dati delicatissimi. Va comunque ricordato che nel nostro ordinamento l´uso di cookies per profilare gli utenti che navigano sui siti, specie quelli che si occupano di tematiche sanitarie, è assolutamente vietato in assenza di un consenso informato”.