Ottenere assistenza sanitaria in un altro Paese dell’Unione Europea, scegliere il professionista sanitario a cui rivolgersi e la struttura sanitaria dove curarsi. Ottenere più facilmente il riconoscimento della ricetta rilasciata dal proprio medico o da un medico di un altro Stato dell’Unione Europea al fine di ricevere un farmaco o dispositivo medico e ricevere un rimborso delle spese sostenute per le cure ricevute e i farmaci o dispositivi medici acquistati. Sono questi i diritti che spettano ai cittadini dell’Unione Europea (UE) grazie al Decreto Legislativo n. 38 del 4 marzo 2014, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 21 marzo 2014 ed in vigore a partire dal 5 aprile.
Il Decreto Legislativo recepisce la Direttiva 2011/24/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 9 marzo 2011, concernente l’applicazione dei diritti dei pazienti relativi all’assistenza sanitaria transfrontaliera, e la Direttiva di esecuzione 2012/52/UE della Commissione del 20 dicembre 2012, comportante misure destinate ad agevolare il riconoscimento delle ricette mediche emesse in un altro Stato membro.
“Uno degli obiettivi a cui l’Italia deve puntare – ha detto il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin – è sicuramente quello di attirare i pazienti stranieri a farsi curare sul suo territorio e di guadagnarsi una posizione di ancora maggiore spicco in ambito sanitario a livello europeo. E’ questa la sfida che ci pone la direttiva. Migliorare sempre di più il Servizio Sanitario Nazionale, valorizzare le nostre eccellenze, e ne abbiamo tante, essere competitivi nel contesto europeo e attrarre, di conseguenza, pazienti e investimenti. Se raggiungeremo questo obiettivo otterremo un duplice vantaggio: da un lato, l’oggettivo innalzamento del livello di tutela della salute offerto ai nostri cittadini e ai cittadini degli altri Stati membri; dall’altro, un non trascurabile risultato economico. Infatti, se il nostro SSN riuscira’ davvero a configurarsi competitivo nello scenario sanitario europeo e ad attrarre, in ragione della sua qualita’ e della sua efficienza, i pazienti degli altri Stati dell’Unione Europea, cio’ comportera’ nuove entrate finanziarie dovute al pagamento delle prestazioni erogate dalla sanita’ italiana. L’Italia non ha paura di questa sfida e, per questa ragione, è stata tra i primi Paesi europei a recepire la direttiva UE. Prima, anche nella attivazione di un contact-point per informare i cittadini”.
Dove informarsi: area web www.salute.gov.it/cureUE
I cittadini possono ottenere informazioni sui loro diritti in materia di assistenza sanitaria transfrontaliera consultando l’area dedicata alle Cure nell’Unione Europea, che illustra quali sono gli strumenti normativi ad oggi vigenti e le procedure da seguire per ottenere cure all’interno dei Paesi dell’Unione Europea.
A chi rivolgersi: il Punto di contatto nazionale
Dal 5 aprile è attivo il Punto di Contatto Nazionale sull’assistenza transfrontaliera, che permette al paziente di ottenere informazioni per poter compiere la scelta più adeguata al proprio caso clinico.
Compilando un modulo di richiesta di informazioni, il cittadino può rivolgersi direttamente al Punto di Contatto Nazionale chiedendo informazioni su:
- cure rimborsabili
- termini, condizioni e procedure per la richiesta di autorizzazione preventiva e di rimborso dei costi sostenuti
- procedure di ricorso, amministrative e giurisdizionali, per risolvere le controversie in caso di rifiuto di autorizzazioni e rimborsi
Formazione degli operatori
Il 4 aprile si è concluso un ciclo di quattro iniziative di formazione condotte dal Ministero della Salute e dal Coordinamento del Tavolo Mobilità Internazionale della Commissione Salute, con il finanziamento del Progetto Mattone Internazionale . Tali iniziative hanno riguardato circa 400 professionisti del SSN (referenti regionali e operatori del SSN) coinvolti nella mobilità transfrontaliera dei pazienti.
FONTE: Ministero della salute