crollo-ponte-morandi-fincantieriCrollo Ponte Morandi: la ‘prescelta’ per la ricostruzione del ponte, almeno nelle intenzioni, sarebbe proprio Fincantieri. Ecco a cosa si sta pensando.


In queste ore i vertici di Autostrade incontrano quelli di Fincantieri e non è un caso che la scorsa settimana siano piombati a Genova gli ad di Fincantieri e di Cassa Depositi e prestiti, Bono e Palermo.

 

Mosse preparatorie ad una Ati (Associazione temporanea di imprese) in cui dovrebbero confluire Fincantieri stessa, il gigante del settore Cimolai (e una parte del governo spinge anche per Impregilo), con l’obiettivo di ricostruire il ponte nel più breve tempo possibile. 

 

 

Il messaggio di Luigi Di Maio su Facebook

 

“A rifare il ponte dovrà essere per me un’azienda di Stato. Fincantieri è un’eccellenza mondiale, possono realizzare il ponte in meno di un anno e lo faranno nel cantiere di Genovacosì da portare anche lavoro e lustro alla
città e ai genovesi che si stanno già rimettendo in piedi ma hanno bisogno di tutto il nostro supporto. Il fatto che sia Fincantieri, con Cassa depositi e prestiti, a occuparsi della ricostruzione permetterà allo Stato di avere un controllo molto forte su tutto il processo».

 

Così scrive Luigi Di Maio su Facebook.

 

“Bisogna smettere di inseguire le emergenze e bisogna ricominciare a programmare gli interventi per evitare che eventi di questo genere vengano a determinarsi”.

 

Così il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli in audizione alle commissioni riunite VIII di Camera e Senato in seguito al crollo del Ponte Morandi a Genova.

 

” La prima vera grande opera di cui ha bisogno questo Paese è un imponente e organico piano di manutenzione ordinaria e straordinaria”.

 

Per le opposizioni si tratta meramente di sciacallaggio.

 

 

Autostrade rende pubblica la convenzione

 

Autostrade pubblica online, rendendo “pubblico e accessibile a tutti i cittadini”, il testo della convenzione con il ministero, una risposta a “polemiche e strumentalizzazioni”. La società sottolinea come “nessuna norma interna o prassi internazionale prevede la pubblicazione di tali documenti. Ciò anche per assicurare parità di condizioni sul mercato tra i vari operatori del settore, anche per il caso di nuove procedure di affidamento”.