Croce Rossa: aggressioni al personale sanitario in crescita. Nel 2018 si sono contati 3mila casi di aggressione a personale medico-sanitario, Croce Rossa lancia in Italia la campagna ‘Non sono un bersaglio’.
“In Italia sono cresciuti in maniera intollerabile gli attacchi al personale sanitario: pronto soccorso, ambulanze, guardie mediche. Si tratta di aggressioni fisiche, ma anche verbali. Per questo abbiamo deciso di creare consapevolezza sul fenomeno e incoraggiare la tutela di questo bene comune”. Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa italiana (Cri) e della Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, spiega così alla ‘Dire’ il significato della campagna in Italia ‘Non sono un bersaglio‘.
L’iniziativa è stata presentata nei giorni scorsi nel corso del convegno ‘Non sono un bersaglio: il personale sanitario a rischio. Prospettive nazionali e internazionali’. L’iniziativa parte da ‘Healthcare in Danger’, avviata dalla Croce Rossa internazionale nel 2008 e supportata sui social dall’hashtag #notatarget. In Italia, denuncia la Cri, nel 2018 si sono contati 3mila casi di aggressione a personale medico-sanitario, l’equivalente di dieci episodi al giorno. Un dato grave, ma marginale – spiegano gli esperti – dato che è l’unico disponibile raccolto tramite i referti ospedalieri, dunque relativi ai casi più gravi. Il timore è che il fenomeno sia molto più ampio: ogni giorno, avverte ancora Cri, si verificano aggressioni “minori” – schiaffi, lanci di oggetti o spintoni – nonché attacchi verbali, minacce e pressioni psicologiche.
Per la prima volta si attiva così un sistema di monitoraggio e mappatura che si avvarrà di un osservatorio di Croce Rossa italiana e della collaborazione di altre realtà sul territorio, come i servizi di ambulanza. Conoscere i numeri, dicono gli esperti, servirà a stilare un report utile a comprendere le cause di queste violenze – che sono sempre molto variegate – e quindi trovare soluzioni e strategie.