L’Anac sollecita un intervento normativo per garantire l’applicazione coerente delle norme sull’equo compenso all’interno del nuovo Codice degli Appalti.
L’Autorità Nazionale Anticorruzione ha recentemente emesso un appello diretto alla Cabina di Regia, nonché ai Ministri dell’Economia e delle Infrastrutture, evidenziando l’urgente necessità di interventi normativi o interpretativi volti a garantire un’applicazione coerente ed equa delle norme sull’equo compenso.
Il focus principale riguarda l’applicazione dell‘equo compenso ai servizi di ingegneria e architettura. Sebbene i rappresentanti dei professionisti non nutrano dubbi in merito, l’Anac solleva delle perplessità e sottolinea l’importanza di un intervento legislativo tempestivo.
Le critiche dell’Anac all’equo compenso nel Codice degli Appalti
L’appello è stato indirizzato dal Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Giuseppe Busia, alla Cabina di regia per il codice dei contratti pubblici (istituita presso la Presidenza del Consiglio), ma anche al Ministero delle infrastrutture e al Ministero dell’economia.
Senza interventi immediati per garantire una corretta e uniforme applicazione della normativa sull’equo compenso, l’Autorità avverte che potrebbe prendere in considerazione opzioni regolatorie alternative.
Il vuoto normativo
L’Anac riconosce che vi è un vuoto normativo riguardante i requisiti speciali per partecipare alle gare d’appalto. Questo vuoto normativo indica la necessità di un intervento legislativo per chiarire e regolare in maniera adeguata questa delicata materia.
Nel frattempo, si incoraggiano le stazioni appaltanti ad adottare comportamenti che favoriscano la massima partecipazione e che evitino discriminazioni. Questo suggerimento riflette l’importanza di garantire un processo di selezione equo e trasparente, che permetta a un ampio spettro di operatori di concorrere in modo paritario per ottenere appalti pubblici. In questo modo, si mira a promuovere la concorrenza e a garantire che le risorse pubbliche siano impiegate nel modo più efficiente possibile, nel rispetto dei principi di imparzialità e trasparenza.
Equo compenso: coordinare le normative di riferimento
L’Anac mette in luce la cruciale necessità di coordinare in modo adeguato i due ambiti normativi fondamentali per chiarire meglio l’ambito della disciplina dell’equo compenso: il codice dei contratti pubblici e la legge n. 49/2023. Questo coordinamento è essenziale per evitare conflitti interpretativi che potrebbero emergere nel corso dell’applicazione di tali normative.
Entrambi i sistemi normativi hanno lo stesso scopo: garantire una corretta gestione dei contratti pubblici, promuovere la concorrenza e assicurare il corretto utilizzo delle risorse pubbliche. Tuttavia, data la complessità delle normative e la loro intersezione con il diritto europeo, è fondamentale considerare attentamente come queste leggi si integrino e si armonizzino tra loro.
In particolare, si evidenzia l’importanza di tenere conto del diritto europeo e dei principi generali ad esso associati durante il processo di coordinamento normativo. Questo significa che le normative nazionali devono essere interpretate e applicate in modo coerente con le normative europee pertinenti e con i principi fondamentali dell’Unione Europea, come la libera concorrenza e la parità di trattamento.
L’importanza della concorrenza nei contratti pubblici
Si ribadisce inoltre l’importanza fondamentale della concorrenza nei contratti pubblici. La concorrenza non solo favorisce la trasparenza e l’efficienza nei processi di selezione degli appalti pubblici, ma è anche un meccanismo cruciale per stimolare l’innovazione, promuovere la qualità dei servizi e garantire un uso ottimale delle risorse pubbliche. Limitare la concorrenza, in particolare sul piano dei prezzi, potrebbe comportare gravi conseguenze, soprattutto per gli operatori più giovani e meno strutturati del settore. Questi operatori potrebbero trovarsi ad affrontare barriere all’ingresso nel mercato degli appalti pubblici se i criteri di selezione si basano esclusivamente sul prezzo, poiché potrebbero non essere in grado di competere con aziende più grandi e consolidate che possono offrire prezzi più bassi a causa delle loro economie di scala.
Inoltre, si mette in discussione l’applicazione di tariffe minime, poiché potrebbero essere in conflitto con il diritto dell’Unione Europea. Tale pratica potrebbe infatti limitare la libera concorrenza e distorcere il mercato, violando così i principi fondamentali dell’Unione Europea in materia di concorrenza e di libero scambio. È quindi essenziale che le politiche e le normative nazionali siano conformi ai principi e alle direttive dell’UE per garantire un ambiente di concorrenza equo e trasparente nei contratti pubblici.
I rischi dei ricorsi al giudice civile
Infine, si evidenziano le possibili conseguenze economiche e giuridiche di un ricorso al giudice civile per contestare l’affidamento di contratti a un prezzo inferiore al previsto sono di estrema rilevanza e vanno analizzate attentamente.
In primo luogo, un tale ricorso potrebbe generare instabilità e incertezza sulle condizioni contrattuali. Quando un’azienda o un offerente si rivolge al giudice civile per contestare l’assegnazione di un contratto pubblico a un prezzo inferiore rispetto a quanto previsto, si apre un processo legale che può prolungarsi nel tempo. Durante questo periodo, le condizioni del contratto potrebbero rimanere incerte, causando disagi e ritardi nell’attuazione del progetto o dell’intervento pubblico.
In secondo luogo, un ricorso di questo tipo potrebbe avere ripercussioni sulla spesa pubblica, soprattutto per gli interventi finanziati con fondi europei. Le procedure legali e i potenziali ritardi nell’attuazione dei progetti possono comportare costi aggiuntivi e aumentare il carico finanziario sulle casse pubbliche. Inoltre, in caso di fondi europei, il mancato rispetto dei tempi e delle condizioni contrattuali potrebbe compromettere la regolarità dei finanziamenti e generare controversie con le istituzioni europee, con possibili conseguenze negative sul flusso dei finanziamenti futuri.
Pertanto, è fondamentale che le stazioni appaltanti e gli offerenti considerino attentamente le implicazioni economiche e giuridiche di un eventuale ricorso al giudice civile e lavorino per risolvere eventuali controversie in modo tempestivo e efficace, al fine di garantire la regolarità e la stabilità nell’attuazione dei contratti pubblici e nel rispetto degli impegni finanziari, specialmente quando sono coinvolti fondi europei.
Il testo della nota dell’Anac
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it