Si dimostrano positive rispetto alla ripresa economica le PMI italiane, con il 36% che dichiara di sentirsi già fuori dal tunnel della crisi. Non mancano, ovviamente, le differenze per settore di attività: a sentirsi più sicure sono le imprese del settore manifatturiero, seguono le imprese dei servizi, quindi quelle del commercio. È quanto emerso dall’Osservatorio congiunturale di Fondazione Impresa sul primo semestre di quest’anno basato su un campione di 1.200 aziende con meno di 20 addetti. Lo studio fornisce un approfondimento sulle questioni occupazionali, sul grado di utilizzo del contratto a tempo indeterminato, favorito dagli incentivi introdotti per l’anno 2015 (decontribuzione totale INPS sul costo lavoro per 3 anni) e un focus del tunnel della crisi.
In tema di occupazione, dopo la prima inversione di tendenza, registrata nel II semestre del 2014, prosegue la crescita occupazionale nel I semestre del 2015 (+0,1%). Nel dettaglio, nel I semestre del 2015:
- la piccola impresa manifatturiera ha fatto registrare l’incremento maggiore della base occupazionale pari al +0,3% a livello congiunturale;
- i servizi +0,2%;
- l’artigianato +0,1%, primo segno positivo dopo molto tempo;
- per il commercio la variazione è stata nulla;
- ad assumere sono soprattutto le PMI del Nord Ovest (+0,2% a livello congiunturale);
- al Nord Est e al Centro l’incremento occupazionale è stato del +0,1%;
- stabile l’occupazione nel Mezzogiorno dopo lunghi periodi di flessione.
Per quanto concerne i contratti a tempo indeterminato, nel 63,5% dei casi le piccole imprese con meno di 20 addetti hanno assunto stabilmente i lavoratori, con picchi che toccano il 74,2% nel caso del manifatturiero (71,3% per l’artigianato) e del 68,4% per il Nord Est. Secondo i ricercatori di Fondazione Impresa:
“Si tratta di un segnale che indica la sostanziale validità dello sgravio contributivo introdotto dal Governo per il 2015 che in quasi 6 casi su 10 è stato la determinante della scelta di assunzione a tempo indeterminato”.
Senza la decontribuzione totale INPS sul costo del lavoro il 45,3% delle piccole imprese che ha assunto personale nel I semestre del 2015 avrebbe scelto un’altra forma contrattuale (più flessibile) mentre il 13,2% non avrebbe nemmeno assunto:
“Lo sgravio del costo del lavoro si è inserito puntualmente in una fase caratterizzata da ripresa della fiducia imprenditoriale, degli ordinativi e dai primi segnali macroeconomici positivi, sostenendo così le scelte di ampliamento d’organico da parte delle piccole imprese. Gli sgravi hanno rafforzato le decisioni aziendali che erano comunque “guidate” da esigenze di introdurre personale in pianta stabile: in effetti, il residuo 41,5% delle piccole imprese che ha assunto a tempo indeterminato sostiene che avrebbe scelto questa forma contrattuale anche senza l’incentivo”.
Nel I semestre 2015 migliorano i parametri economici (+0,3% produzione/domanda e +0,2% fatturato). Le previsioni per la parte finale sono anch’esse positive: +0,5% per la produzione/domanda, +0,3% sia per il fatturato che per l’occupazione), +0,6% di crescita degli ordini e +1,8% per le esportazioni. Per i ricercatori di Fondazione Impresa:
“L’export delle piccole imprese rappresenta un fenomeno non trascurabile: nel I semestre del 2015 il 27,3% delle imprese manifatturiere con meno di 20 addetti ha esportato per un controvalore pari al 39,4% del proprio fatturato”.
Per analizzare il grado di ripresa delle PMI in Italia, Fondazione Impresa ha ideato un’interessante strumento: ha rappresentato la crisi economica come un tunnel di 100 metri di lunghezza e ha chiesto alle imprese di indicare a che punto del tunnel si posizionano, ottenendo così un tracciamento della situazione delle piccole imprese nei confronti della crisi iniziata nel biennio 2008-2009. Entrando nel dettaglio del I semestre 2015, si registra un balzo di quasi 6 metri (5,9 m.) che posiziona, in media, le imprese al metro 68,4.