Il Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, nelle scorse settimane ha presentato ai rappresentanti delle associazioni degli autisti le proposte di Riforma Taxi e NCC per il 2024: ma secondo le sigle sindacali il progetto così com’è non va, scopriamone le motivazioni.
L’obiettivo del ministro era quello di concludere la fase di confronto con tassisti e operatori del noleggio con conducente sui decreti attuativi della legge 12/2019, in ritardo di oltre cinque anni. Salvini ha spiegato che le bozze finali tengono conto delle proposte delle associazioni e saranno oggetto di un ultimo confronto prima dell’adozione definitiva.
Il Ministro ha ribadito l’impegno a risolvere una situazione problematica, mirando a garantire un alto livello di soddisfazione sia tra i tassisti che tra gli operatori NCC e a fornire stabilità alle due professioni, rispondendo anche alle richieste di un servizio efficiente provenienti sia dai cittadini italiani che dagli stranieri.
Cosa cambierà con i nuovi decreti in arrivo?
Tra le novità proposte, l’introduzione del Registro elettronico nazionale (Ren) per contrastare l’abusivismo nel settore, il foglio di servizio elettronico per il noleggio con conducente e regolamentazioni riguardanti le piattaforme digitali d’intermediazione.
Registro elettronico nazionale
Il primo decreto si concentra sul Registro elettronico nazionale (Ren), concepito come strumento per contrastare l’abusivismo nel settore dei trasporti. La sua implementazione è vista come un passo essenziale per semplificare il processo di ottenimento delle licenze. Il Ministro ha garantito che l’entrata in vigore del Ren avverrà rapidamente, poiché questo consentirebbe ai sindaci di autorizzare nuove attività di noleggio con conducente in modo più efficiente e controllato.
Foglio di servizio elettronico per gli NCC
Il secondo decreto riguarda la regolamentazione del foglio di servizio elettronico per gli NCC (Noleggio con Conducente). Questo decreto stabilisce l’obbligo per gli autisti NCC di compilare in modo preventivo dettagli come l’orario, l’inizio e la fine della corsa, e le informazioni sui clienti. Inoltre, è stato introdotto un periodo di attesa tra un servizio e l’altro per gli NCC, riducendo tale intervallo a mezz’ora.
Maggiore concorrenza: il ruolo delle piattaforme tecnologiche
Il terzo decreto si focalizza sulle piattaforme tecnologiche e mira a promuovere una maggiore concorrenza nel settore dei trasporti. Le nuove regolamentazioni potrebbero permettere alle piattaforme digitali di ampliare il loro ruolo diventando anche vettori, cioè soggetti che offrono direttamente servizi di trasporto. Questa modifica potrebbe avere un impatto significativo sulle dinamiche del mercato, consentendo una maggiore varietà di servizi e opzioni per gli utenti.
Cosa non va nella Riforma Taxi e NCC per il 2024?
Esaminiamo adesso tutti i punti dolenti del progetto di riforma secondo i diretti interessati.
Il punto di vista dei tassisti e degli operatori NCC
Le proposte avanzate dal governo hanno scatenato un forte sentimento di preoccupazione tra gli operatori del settore dei trasporti, sia tra i tassisti che tra gli NCC (Noleggio con Conducente). Questa inquietudine deriva principalmente dalla percezione che alcune disposizioni contenute nei decreti potrebbero limitare significativamente la loro attività.
I tassisti e gli NCC temono che le nuove normative possano ridurre la loro flessibilità operativa e influire negativamente sulle loro entrate. Ad esempio, l’obbligo di rispettare un periodo di attesa tra un servizio e l’altro potrebbe limitare la loro capacità di effettuare più corse durante il giorno, riducendo di conseguenza il loro reddito.
Inoltre, vi è preoccupazione per l’impatto delle nuove regole sulle modalità di intermediazione dei servizi di trasporto. Le restrizioni proposte potrebbero rendere più difficile per gli operatori del settore trovare clienti, minando così la loro capacità di competere sul mercato.
Questa preoccupazione è ulteriormente alimentata dalla percezione che le nuove regolamentazioni possano favorire l’ingresso di nuovi concorrenti, come le piattaforme tecnologiche, a scapito dei tassisti e degli NCC tradizionali.
In sintesi, gli operatori del settore temono che le proposte del governo possano compromettere la loro capacità di svolgere la propria attività in modo efficace ed efficiente, mettendo a rischio il loro sostentamento economico e generando incertezza sul futuro del settore dei trasporti.
Le critiche della piattaforma Uber
Anche Dara Khosrowshahi, CEO di Uber, ha sollevato delle preoccupazioni riguardo alle nuove normative proposte dal governo italiano. Khosrowshahi ha evidenziato che tali disposizioni potrebbero rappresentare un ostacolo significativo per il trasporto a chiamata in Italia, mettendo a rischio la trasparenza dei prezzi sui servizi offerti tramite l’app di Uber.
Il CEO di Uber ha sottolineato l’importanza della trasparenza dei prezzi per garantire un ambiente concorrenziale equo e per consentire agli utenti di prendere decisioni informate sui loro spostamenti. L’introduzione di normative che potrebbero compromettere questa trasparenza potrebbe danneggiare non solo gli operatori del settore, ma anche gli utenti finali, che potrebbero trovarsi ad affrontare tariffe poco chiare e non competitive.
Inoltre, Khosrowshahi ha enfatizzato il contributo positivo di Uber al settore dei taxi in tutto il mondo, evidenziando come la piattaforma abbia collaborato con i tassisti in molte città per migliorare l’accesso ai servizi di trasporto e aumentare le opportunità di guadagno per gli autisti.
Infine, il CEO di Uber ha esortato il governo italiano a considerare attentamente gli effetti delle nuove regolamentazioni sulle città e sui cittadini. Ha sottolineato l’importanza di trovare un equilibrio tra la regolamentazione del settore dei trasporti e la promozione dell’innovazione e della concorrenza, al fine di garantire un servizio di trasporto efficiente e accessibile per tutti i cittadini.
Ulteriori spunti critici
La questione è dunque complessa e può essere utile fare emergere ulteriori criticità per comprendere meglio quali possono essere i problemi anche per cittadini ed enti locali.
La crescente domanda di servizi di trasporto urbano ha messo in evidenza una serie di problematiche legate all’efficienza, all’accessibilità e alla regolamentazione dei servizi di NCC e taxi. Gli enti locali si trovano di fronte alla sfida di bilanciare le esigenze dei cittadini con gli interessi degli operatori del settore, spesso in un contesto in rapida evoluzione.
Una delle principali problematiche riguarda l’equilibrio tra l’offerta e la domanda di servizi di trasporto. Mentre i cittadini richiedono un accesso affidabile e conveniente ai servizi di NCC e taxi, gli operatori devono affrontare vincoli regolamentari e una concorrenza crescente da parte di nuove piattaforme di ridesharing. Questo può portare a situazioni di sovraffollamento nelle città, lunghe attese per i passaggi e disparità di accesso ai servizi tra diverse aree urbane.
Inoltre, la regolamentazione dei servizi di NCC e taxi può essere complessa e frammentata, con normative che variano da città a città. Questa mancanza di uniformità può creare confusione sia per gli operatori che per i consumatori, oltre a favorire pratiche di concorrenza sleale e evasione fiscale. Gli enti locali devono affrontare il difficile compito di rivedere e aggiornare le loro politiche e regolamenti per adeguarli alle nuove tecnologie e alle esigenze dei cittadini, garantendo nel contempo standard di sicurezza e qualità del servizio.
Infine, c’è la questione della sostenibilità ambientale e dell’impatto dei servizi di trasporto su traffico e inquinamento. Mentre i servizi di NCC e taxi possono offrire un’alternativa all’uso dei veicoli privati, è importante considerare anche l’impatto ambientale delle flotte di veicoli in circolazione e promuovere soluzioni di trasporto più sostenibili, come il car sharing e i veicoli elettrici.
Occorre dunque capire se questa riforma sarà in grado di rispondere a queste sfide o se rimarrà l’ennesimo tentativo fallito di regolamentare un sistema così delicato e frammentato.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
La cosa chiara e creare burocrazia a discapito di tutti quanti taxi e ncc per poi scontentare l utente finale. in piu esistono direttive Europee completamente ignorate esempio (UE) 2016/679 Penso che sia un micro mondo lavorativo e solo chi e dentro puo capire quanto in questi anni e diventato difficile lavorare, non solo in questo settore ma in Italia,dove la burocrazia rallenta decisamente tutti i settori