coronavirus-compagnie-aree-cani-gattiGli italiani bloccati da due mesi all’estero possono finalmente rientrare: ma il rientro presenta criticità se sono in compagnia di animali domestici.


Coronavirus: compagnie aree non accettano cani e gatti degli italiani che devono rientrare dall’estero. 

Si tratta di italiani all’estero con i propri animali che hanno visto, settimane fa, il proprio volo di rientro cancellato per lo stop dei voli. Poi hanno trovato altri collegamenti aerei, ma nessuno inspiegabilmente accetta animali a bordo.

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L’ENPA si prende carico dei casi

Per questo l’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) si è presa carico di cui cittadini italiani che, a causa del coronavirus, sono rimasti all’estero e si sono visti rifiutare dalle compagnie aree il permesso di poter rientrare assieme ai propri cani e gatti.

Tra i casi che l’ENPA sta seguendo uno riguarda un italiano che deve rientrare dal Sudafrica, l’altro dal Messico.

In entrambi i casi, i problemi sono gli stessi. Si tratta di italiani che hanno subito la cancellazione del proprio volo di rientro. In seguito hanno trovato altri collegamenti aerei, ma nessuno inspiegabilmente accetta animali a bordo.

L’appello dell’ENPA

Enpa si è già rivolta al Ministero degli Esteri italiano, che ha subito attivato la rete diplomatica italiana, ma il problema è rappresentato dai vettori e serve un intervento deciso del nostro ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.

“Ringraziamo la Farnesina per l’attenzione e per la sensibilità”

ha dichiarato Carla Rocchi, Presidente Nazionale dell’Enpa.

“Siamo coscienti che in una fase come questa occorre essere attenti al rientro in totale sicurezza, ma al tempo stesso non possiamo costringere nostri connazionali a restare all’estero per altri mesi solo perché le compagnie non accettano animali da compagnia a bordo, e i pet dei nostri connazionali non devono essere di sicuro lasciati in Sudafrica o in Messico. Come sempre accade in questi casi, basta applicare il buon senso: far viaggiare gli animali in aereo è sempre stato possibile; cani e gatti non sono veicolo di contagio e non rappresentano quindi nessun pericolo e nessun problema per la sicurezza degli umani e degli altri animali”.

Infine l’appello al ministro degli Esteri:

“Ministro, occorre un suo intervento non solo per Tessy e per Baldo, ma per tutti quei pet, italiani e con documenti italiani, che devono tornare a casa con i loro detentori e che meritano attenzione e impegno e un intervento autorevole sulle compagnie aeree”.

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Fonte: ENPA - Ente Nazionale Protezione Animali