Copyright: oggi si vota la direttiva dell’Unione Europea. Molte le criticità, all’esame il testo che sta dividendo l’Europa intera.
L’Europarlamento è chiamato a votare tra poco la proposta di direttiva sul copyright, emendata dalla Commissione giuridica lo scorso giugno. Il verdetto arriverà alla plenaria di Strasburgo, ma nessuno sembra disposto a sbilanciarsi su un pronostico.
La direttiva vuole stabilire che un conto è che una persona, una scuola, una biblioteca, un ricercatore scambi contenuti con altri anche se protetti da copyright, cosa legittima, un altro è se a farlo sono le grandi piattaforme del web per guadagnarci sopra.
Il testo, si legge in un emendamento all’articolo 2, si rivolge ai «provider (fornitori, ndr) di contenuti online condivisi» che hanno come principale obiettivo quello di «dare accesso al pubblico a lavori coperti da copyright o altri argomenti caricati dai suoi utenti». In altre parole, alle piattaforme che diffondono contenuti online prodotti da altri per fini commerciali: da Google a YouTube a Facebook, per citare tre degli esempi che ricorrono più spesso fra i corridoi di Strasburgo.
Dalla direttiva sono esclusi i «servizi che che agiscono in un’ottica non commerciale come le enciclopedie online e i fornitori di servizi online dove i contenuti vengono diffusi in accordo con gli aventi diritto, come nel caso di archivi scientifici o educativi»,
Proteste e criticità
Contro le nuove norme si sono mosse con potenti operazioni di lobby tutti i big di Internet da Google a Facebook. Persino Wikipedia (nonostante sia ben specificato che quelle norme non riguardano le enciclopedie online) ha protestato oscurando il proprio sito in Italia e in altri Paesi.
La direttiva Ue ha inoltre incontrato la ferma disapprovazione di oltre 70 studiosi informatici, tra i quali il creatore del web Tim Berners-Lee e numerosi accademici e organizzazioni operanti nei campi dei diritti umani, libertà di stampa, ricerca scientifica e industria informatica e di Wikimedia Foundation.
I rischi se la direttiva passa?
Di fatto, le nuove norme approvate dall’Eurozona impongono un pagamento per ogni contenuto protetto. E ciò comporterà dunque molta attenzione per i contenuti di Youtube, Instagram, Facebook e così via. Perché qualsiasi video, brano o immagine tutelati da licenza non potranno essere condivisi così semplicemente, tantomeno i meme o le foto (per maggiori approfondimenti potete leggere questo articolo).
Inoltre, l’articolo 13 — gli Upload Filter — prevede l’implementazione di un database condiviso da tutte le piattaforme online operanti nell’Unione Europea che contiene una lista di tutti i contenuti (audio, video, immagini) coperti da copyright.