controlli-zone-stazioni-ferroviarieUna nuova direttiva del Ministero dell’Interno punta a rafforzare i controlli nelle zone centrali e adiacenti alle stazioni ferroviarie di alcune grandi città: il nuovo piano e i contenuti della Circolare.


La nuova direttiva risulta adottata sulla scorta dei risultati già conseguiti con le operazioni interforze “alto impatto” realizzate dallo scorso 10 gennaio.

La nuova Circolare si pone all’interno del contesto dei gravi disagi causati dalla microdelinquenza che gravita intorno alle stazioni ferroviarie, luoghi di passaggio ma anche di “facili vittime” per la criminalità predatoria di rapine, borseggi e aggressioni.

Si vuole così assicurare una presenza rafforzata e visibile delle forze di polizia, offrendo una più efficace risposta al bisogno di protezione in zone dove la percezione di insicurezza è molto diffusa.

Controlli nelle zone delle stazioni ferroviarie: il piano del Ministero

Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha pertanto inviato una direttiva ai prefetti di Roma, Napoli e Milano per intensificare le attività di controllo nelle zone adiacenti alle stazioni ferroviarie, assicurando una presenza rafforzata e visibile delle Forze di polizia e offrendo una più efficace risposta al bisogno di protezione in zone dove la percezione di insicurezza è molto diffusa.

Vigilanza

In particolare, sulla base delle indicazioni fornite dal titolare del Viminale, i prefetti, integrando i piani di controllo coordinato del territorio da parte delle forze di polizia, dovranno attivare in tali aree dispositivi specifici di vigilanza con l’obiettivo di metterle più stabilmente in sicurezza e restituirle così alla piena fruibilità da parte delle comunità di riferimento.

Con la disponibilità dei sindaci interessati, dovrà essere previsto un ulteriore coinvolgimento delle polizie locali e al contempo dovrà essere valorizzato l’impegno della Guardia di Finanza sul fronte dell’azione di accertamento di tipo economico-finanziario nei confronti dei gestori di attività.

Operazioni interforze ad “alto impatto”

La direttiva risulta adottata sulla scorta dei risultati già conseguiti grazie alle operazioni interforze ad “alto impatto” realizzate dallo scorso 10 gennaio nelle tre principali stazioni ferroviarie delle città di Roma, Milano e Napoli e poi estese ad altri ambiti cittadini, interessati dal fenomeno della malamovida e dallo spaccio di sostanze stupefacenti.

Si tratta di servizi straordinari di controllo del territorio che hanno visto l’impiego di personale della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, con la collaborazione della Polizia locale e il concorso di altri enti (ASL, Ispettorati del lavoro, Aziende municipalizzate), ed hanno consentito di accrescere prevenzione e repressione delle diverse forme di illegalità.

I numeri dei controlli

Per l’attuazione di questo modulo di intervento, che si ripeterà in modo sistematico nelle prossime settimane, dal 10 gennaio al 17 marzo, si impiegano ben 10.449 unità delle Forze di polizia, cui si aggiungono 906 appartenenti alle polizie municipali di Roma, Milano e Napoli e 687 dipendenti di altri enti (aziende pubbliche, ispettorato del lavoro, Asl).

Sono state controllate 93.459 persone, di cui 26.763 straniere, con 248 arresti e 1243 persone denunciate. I controlli hanno riguardato anche 11.197 veicoli e 2.534 esercizi pubblici, ove sono stati individuati 419 lavoratori irregolari. Gli stranieri espulsi sono stati 266, 55 dei quali accompagnati presso i Centri di permanenza per i rimpatri.

All’esito dell’attività di polizia risultano anche disposte 161 misure di prevenzione personale, 43 fogli di via obbligatori e ben 118 divieti di accesso alle aree urbane. Le forze dell’ordine hanno anche accertato 3.118 violazioni amministrative, oltre a 543 di natura fiscale. Infine si segnala sequestrato di denaro, merce contraffatta o insicura (tra prodotti alimentari, abbigliamento, giocattoli e altro), stupefacenti, veicoli e armi.

Il testo completo della Direttiva

Potete consultare qui il testo completo del documento ministeriale.

 

 


Fonte: articolo di Giuseppe Orefice