contributo-covid-19-scontrinoCodici: il “contributo Covid-19” sullo scontrino è un vero e proprio rincaro, le Autorità intervengano per tutelare i consumatori.


La Fase 2 è solo agli inizi eppure tra consumatori ed esercenti insorgono già i primi contrasti. La comparsa sugli scontrini fiscali di alcuni esercizi commerciali di un “Contributo Covid 19”, da 2 a 4 euro a seconda dei casi, ha scatenato la rabbia dei clienti.

Contributo Covid-19 sullo scontrino

Emblematico il caso registrato in un centro estetico al centro di Milano, segnalato a Codici Lombardia da alcuni consumatori: sullo scontrino ricevuto la sorpresa spiacevole del contributo speciale.

Dopo 69 giorni di chiusura forzata – afferma Davide Zanon, Segretario di Codici Lombardiagli esercizi commerciali hanno un’unica priorità. Riportare i clienti nei propri locali garantendogli la massima sicurezza. Non è corretto speculare e attaccare in modo indiscriminato un’intera categoria su un comportamento adottato da pochi esercenti, tuttavia questa prassi non deve diffondersi. È necessario che se ne verifichi la liceità di applicazione, anche in termini fiscali, prima di poterla vedere sugli scontrini”.

È innegabile che ci troviamo di fronte ad una situazione molto difficile – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codicied è proprio per questo che bisogna riflettere attentamente sulle iniziative che si intraprendono. I commercianti sono in difficoltà, come lo sono i consumatori. Quindi bisogna rendersi conto che più si alzano i prezzi e meno clienti si ottengono”.

L’applicazione a discrezione di alcune attività commerciali, come parrucchieri ed estetisti, lascia alcuni dubbi. Se è un contributo, deve essere uguale per tutti e previsto per legge.

I commercianti ne giustificano l’applicazione con la necessità di recuperare le risorse spese per la sanificazione degli ambienti di lavoro, anche se il Decreto Rilancio prevede già un credito d’imposta del 60% sulle spese effettuate nel 2020, fino a 60mila euro, per la sanificazione e l’adeguamento dei locali. Il rimborso vale per l’acquisto dei dispositivi di protezione come mascherine e guanti, ma anche per l’installazione di barriere separatorie. Si potrebbe considerare come un contributo di solidarietà per il calo del fatturato oltre l’80%, ma perché vi viene applicata l’IVA?

Il contributo Covid19 – conclude Zanon – è la punta dell’iceberg di una situazione più profonda: il rincaro dei prezzi. Si fanno ricadere sui clienti le maggiori spese di sicurezza. Il timore è che dopo gli aumenti sui generi alimentari, ne possano arrivare altri e così alla fine la crisi economica ricade come sempre sui consumatori”.

 


Fonte: Codici