Il Ministero dell’Agricoltura ha annunciato la pubblicazione del terzo decreto riguardante i contributi per l’anno 2024 destinati alle imprese del settore della ristorazione, pasticceria e gelateria, finanziato dal Fondo per il sostegno delle eccellenze gastronomiche italiane.


Queste iniziative hanno nelle loro intenzioni l’obiettivo di favorire la crescita delle eccellenze italiane nel settore agroalimentare, fornendo un sostegno concreto a chi desidera investire in tecnologie e strumenti di qualità, rafforzando così la posizione del Made in Italy nel panorama internazionale.

Nuovi contributi 2024 alle imprese della ristorazione, pasticceria e gelateria

Le imprese selezionate per questa fase sono 313, a cui si destinano contributi per un totale di circa 7 milioni di euro, stimolando investimenti per oltre 10 milioni di euro. Il decreto risulta pubblicato attraverso la piattaforma Invitalia.

Nelle prossime settimane, altre imprese potranno accedere a ulteriori fondi fino all’esaurimento della somma totale stanziata, pari a 56 milioni di euro. Fino ad oggi, 1.378 aziende hanno già beneficiato delle agevolazioni, per un totale di oltre 29 milioni di euro in contributi, a fronte di investimenti che superano i 45 milioni di euro. Questi fondi risultano utilizzati principalmente per l’acquisto di attrezzature professionali e beni strumentali, indispensabili per il rafforzamento della competitività del settore alimentare italiano.

Il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha sottolineato l’importanza di questa misura nel sostenere le imprese di un settore cruciale per il Made in Italy, riconosciuto a livello internazionale per la qualità dei suoi prodotti e ha detto che l’intervento rappresenta un ulteriore passo avanti per consolidare il Sistema Italia.

Obblighi a carico delle imprese finanziate

Le imprese che ottengono i contributi nell’ambito del Fondo per il sostegno delle eccellenze gastronomiche italiane sono vincolate al rispetto di una serie di condizioni precise, che garantiscono l’utilizzo corretto e trasparente delle risorse pubbliche ricevute.

Uno degli obblighi principali riguarda la permanenza dei beni acquistati tramite i fondi agevolati: tali macchinari o strumenti devono essere mantenuti nel patrimonio dell’impresa per almeno tre anni. Questo requisito mira a evitare una rivendita immediata o l’uso dei fondi per acquisti temporanei, assicurando così che l’investimento si traduca in un beneficio duraturo per l’azienda.

In aggiunta, le imprese non possono accedere ad altri finanziamenti pubblici per coprire le stesse spese già agevolate. Questo divieto di cumulo è essenziale per evitare una doppia sovvenzione per lo stesso investimento, garantendo una distribuzione equa e trasparente delle risorse pubbliche. Le imprese sono anche tenute a rispettare rigidi termini per la presentazione della documentazione relativa all’erogazione dei fondi. Devono inoltrare la richiesta di erogazione entro trenta giorni dal completamento delle spese e comunque non oltre il 30 giugno 2025. Questo controllo puntuale sui tempi assicura che i progetti finanziati siano portati a termine nei tempi previsti e che le risorse siano utilizzate in modo tempestivo ed efficace.

Trasparenza delle transazioni e rispetto delle normative

Per garantire la trasparenza delle transazioni obbligatorio che tutte le spese oggetto di agevolazione risultino pagate tramite conti correnti dedicati all’impresa, con modalità che ne consentano la piena tracciabilità. Questo requisito è fondamentale per evitare frodi o usi impropri dei fondi pubblici, permettendo al Ministero e agli enti gestori, come Invitalia, di verificare in modo accurato ogni transazione.

Le imprese devono inoltre conformarsi a tutte le norme settoriali, nazionali ed europee. Questo include non solo il rispetto delle regole previste dai decreti ministeriali e direttoriali, ma anche delle normative europee relative alla concorrenza e agli aiuti di Stato. La mancata osservanza di tali obblighi potrebbe comportare controlli e ispezioni, che le imprese sono tenute a facilitare in ogni fase del procedimento.

Revoca delle agevolazioni

Qualora una di queste condizioni non venisse rispettata, si rischia la revoca totale o parziale del contributo. Le cause di revoca possono includere la mancanza di uno o più requisiti di ammissibilità, la presentazione di documentazione irregolare o incompleta, oppure la dichiarazione di informazioni false. La revoca totale comporta l’obbligo di restituire l’intero importo del contributo ricevuto, maggiorato di interessi legali. In alcuni casi, come il mancato rispetto dei tempi di presentazione della documentazione o la perdita parziale dei requisiti, il Ministero può procedere con una revoca parziale, riducendo l’importo del contributo.

In caso di liquidazione dell’impresa, o qualora questa dovesse risultare sottoposta a procedure concorsuali, come stabilito dal Codice della Crisi d’Impresa, i contributi saranno revocati. Inoltre, le imprese non possono delocalizzare la propria attività in Stati al di fuori dell’Unione europea o dello Spazio Economico Europeo nei cinque anni successivi alla conclusione dell’investimento agevolato. Anche una simile violazione comporterebbe la revoca delle agevolazioni.

Il testo del decreto

Qui il documento completo.