Riprende dopo la pausa estiva il percorso del “Codice degli incentivi” passo fondamentale verso l’attuazione della Legge n. 160 del 27 ottobre 2023, che ha delegato al Governo la revisione del complicato sistema di incentivi alle imprese e alle start up.


Parola d’ordine “razionalizzare” per il documento che intende riordinare e intervenire sull’offerta degli incentivi statali, una  “giungla” fatta di oltre 2000 diversi strumenti agevolativi dei quali 230 nazionali e oltre 1.700 regionali, e riorganizzare il sistema tutto, circa, al fine di garantire una maggiore efficacia ed efficienza degli stessi.

Teminati gli incontri  tra il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, la Commissione Sviluppo Economico della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, per condividere principi e obiettivi del decreto di prossima approvazione e recepire le osservazioni, ora l’iter prevede entro 24 mesi dall’entrata in vigore della Legge, cioè entro il 30 novembre 2025, l’adozione da parte dei Ministeri competenti – previa acquisizione dell’intesa della Conferenza unificata Stati Regioni – di due o più Decreti Legislativi di riforma entro questi principi. A seguire gli schemi dei Decreti verranno trasmessi  alle Camere per ottenere il parere delle Commissioni parlamentari competenti. Si andrà poi al voto  da parte delle Camere, entro 30 giorni dalla data di assegnazione, del relativo parere per provvedere all’approvazione dei Decreti legislativi da parte del Governo.

Il percorso del Governo per riformare il sistema degli incentivi

Tra le novità principali della Legge 27 ottobre 2023, n. 160, pubblicata in Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.267 del 15-11-2023, l’introduzione della programmazione pluriennale degli interventi da parte di ciascuna amministrazione e indicazione della loro estensione temporale, la introduzione della misurabilità dell’impatto nell’ambito economico oggetto degli incentivi, sulla base della valutazione in itinere ed ex post degli effetti ottenuti. Spinta alle politiche d’incentivazione nel Mezzogiorno per rafforzare la coesione sociale, economica e territoriale dell’intero territorio nazionale.

Inoltre un focus sarà dedicato a misure che valorizzano e sistengano il contributo delle donne alla crescita economica e sociale della Nazione.

Complesso il lavoro di ricognizione e sistematizzazione degli strumenti agevolativi esistenti, tutta la progettazione dei nuovi strumenti si muoverà su importanti linee guida con una particolare attenzione alle diverse fasi del ciclo di vita delle Imprese, al livello di complessità e alla dimensione dei progetti da agevolare, alla capacità di coprire ambiti strategici dello sviluppo economico, quali l’efficientamento energetico e la transizione ecologica, la transizione digitale, l’innovazione tecnologica, la valorizzazione delle produzioni nazionali e del made in Italy. Altri ‘must’ facilitare  nell’accesso al credito delle imprese, porre in atto un rafforzamento patrimoniale delle imprese per garantire il medio lungo periodo di vita delle stesse.

Per finire tutti i nuovi incentivi saranno digitalizzati  e leprocedure di accesso dovranno essere improntate alla semplicità e ad un  maggior coordinamento di strumenti già esistenti, come il Registro nazionale degli aiuti di Stato (RNA) e la piattaforma telematica “incentivi.gov.it”. Importante il budget stanziato per arrivare a  mettere in campo, entro il 2025, la riforma degli incentivi fiscali, che costerà complessivamente di 2,5 milioni di euro, suddivisi in 1,5 milione di euro per gli anni 2023 e 2024 ed 1 milione di euro per l’anno 2025.


Fonte: articolo di Rossella Angius