Dalla consueta analisi dell’Ufficio studi di Confcommercio emerge che ogni famiglia spenderà 1.331 euro da tredicesima, il 3,1% in più rispetto allo scorso anno. Per i regali in senso stretto è prevista una spesa pro capite di 164 euro (166,1 nel 2015). Il maggiore reddito disponibile sarà utilizzato per la casa, per viaggi e per rimettere in sesto il bilancio familiare.
Quest’anno gli italiani stringeranno un po’ la cinghia per i regali di Natale, con una spesa media pro capite di 164 euro contro o 166,1 dello scorso anno. La stima è dell’Ufficio studi di Confcommercio che ha presentato a Roma, presso la sede confederale, la consueta analisi su andamento dei consumi, ammontare delle tredicesime e propensione alla spesa per il Natale. Rispetto all’anno scorso, dunque, per i regali c’è una diminuzione dell’1,2%, che sale però al 30,8% se si considerano gli ultimi sette anni. Per quanto riguarda invece la propensione agli acquisti durante le festività, il 71,7% degli italiani prevede “un Natale molto dimesso” (erano il 72,9% nel 2015 e appena il 33,7% nel 2009), mentre l’86% dichiara che effettuerà regali contro l’85,9% dello scorso anno propensione e il 91% del 2009.
Eppure, secondo l’analisi dell’Ufficio studi, in tasca gli italiani avranno più soldi rispetto al dicembre dell’anno scorso: l’ammontare netto delle tredicesime sarà di 40 miliardi, di cui il 12% sarà messo da parte e il 30% circa sarà destinato ai consumi grazie anche all’abolizione della Tasi che “regala” quest’anno 1,7 miliardi di reddito disponibile in più. Ogni famiglia spenderà dunque 1.331 euro da tredicesima, il 3,1% in più su base annua.
Questa dicotomia tra aumento del reddito disponibile e stasi dei consumi natalizi si spiega, secondo il direttore dell’Ufficio Studi Mariano Bella, con una “congiuntura particolarmente oscura: il Paese non ha trovato una chiara direzione di marcia e molte sono le debolezze dal punto di vista della crescita. Ls politica dei bonus funziona nel breve termine, serve invece un messaggio chiaro alle forze produttive con il taglio generalizzato alle aliquote Irpef”.