Si sono scatenate non poche polemiche, da parte dei consumatori, dopo l’annuncio degli aumenti di Dazn, a partire dalla prossima stagione calcistica.
Non sembra esserci pace per Dazn, il servizio a pagamento in streaming per seguire gli eventi sportivi, in particolare la Serie A del calcio italiano.
Dopo le diverse polemiche per i numerosi disservizi, i consumatori si sono scagliati contro la decisione del servizio streaming di aumentare (nuovamente) i costi degli abbonamenti.
Ecco cosa c’è da sapere.
Consumatori contro Dazn: gli aumenti dei prezzi diventano ingestibili
Nuovi aumenti di prezzo in arrivo per gli appassionati di calcio e della Serie A.
Dazn, titolare dei diritti audiovisivi della Serie A, per le prossime cinque stagioni (insieme a Sky, con cui condividerà tre partite a settimana in co-esclusiva) ha annunciato un ritocco dei prezzi per gli abbonamenti.
In particolare, le polemiche sono partite per i rincari degli abbonamenti Plus, che passeranno dagli attuali 539 euro a 599 euro l’anno, per chi paga in un’unica soluzione. Mentre, per chi sceglie la rateizzazione, le rate passeranno da 49,99 euro a 59,99 euro al mese.
Una modifica che si aggiunge a quella di pochi mesi fa, quando sono stati applicati nuovi aumenti a gennaio, rispetto ai prezzi del 2023.
La nuova ondata di rincari ha sollevato diverse proteste da parte dei consumatori, che accusano la piattaforma di “monopolio”.
Come si legge in una nota di Federconsumatori, i ripetuti aumenti da parte di Dazn rappresentano “una vera e propria speculazione a danno dell’utenza”.
La Federconsumatori ha anche detto
“Come abbiamo sottolineato più volte, non ci stupisce certo che un colosso dello streaming agisca in base a logiche di profitto ma le decisioni assunte dalla società, compresa quella di questi ultimi giorni, configurano l’abuso di una posizione di forza derivante dalla sostanziale mancanza di alternative sul mercato”.
L’associazione ha fatto sapere di aver avviato una segnalazione per abuso di posizione dominante all’Autorità garante della concorrenza e del mercato e all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it