Ecco una piccola guida per i consumatori che riassume le regole per conservare scontrini, ricevute e bollette.
L’Unione nazionale dei Consumatori ha stilato una guida per i consumatori, con le regole di conservazione di alcuni documenti, come scontrini, ricevute e bollette, soprattutto in relazione alla Dichiarazione dei Redditi.
Come sappiamo, infatti, l’Agenzia delle Entrate può richiedere una verifica della dichiarazione anche dopo alcuni anni dalla presentazione.
Vediamo allora per quanto tempo conservare scontrini, ricevute e bollette.
Scontrini, ricevute e bollette: per quanto tempo sono da conservare?
Quando presentiamo la Dichiarazione dei Redditi, mediante Modello 730 o Modello unico, l’Agenzia delle Entrate può richiedere un controllo, anche a distanza di anni.
Più nello specifico, l’Agenzia può richiedere la verifica dei dati entro 5 anni, che salgono a 7 anni, in caso di mancata presentazione.
Perciò, la documentazione per gli allegati va conservata almeno per un quinquennio, per non avere problemi.
Ecco per quanto vanno conservati questi documenti, secondo la guida dell’Unione nazionale dei consumatori.
Scontrini
Per quanto riguarda gli scontrini relativi agli acquisti di beni di consumo, meglio conservarli almeno per due anni, altrimenti non sarà più possibile attivare la garanzia, in caso di problemi o danneggiamenti.
Ricevute
Le ricevute di pagamento di multe, tasse sui rifiuti, Imu o Tasi vanno conservate per almeno cinque anni.
Le tempistiche si allungano a dieci anni per quanto riguarda le ricevute relative a Irpef, Iva o Irap.
Fatture alberghi e ristoranti
Meglio conservare le fatture di spese fatte in alberghi e ristoranti per almeno sei mesi. Poiché, entro quel lasso di tempo, le strutture ricettive possono richiedere il pagamento dei conti arretrati.
Le bolle di spedizione, invece, non vanno buttate prima di 18 mesi.
Servizi professionali
Se ci siamo rivolti ad un professionista, per un servizio, meglio conservare le parcelle di avvocati, dentisti, medici o architetti per almeno tre anni.
La stessa tempistica vale anche per le cambiali e per le ricevute di pagamento del bollo auto.
Il mancato pagamento del bollo auto, infatti, può essere contestato fino a tre anni, partendo dal primo gennaio dell’anno successivo al versamento.
Bollette
Per quanto riguarda le bollette elettriche, bisogna conservarle per almeno cinque anni, se sono state emesse prima del 1° marzo 2018. Dopo questa data, le tempistiche scendono a due anni.
Le bollette del gas, invece, vanno tenute per cinque anni, se sono relative a forniture precedenti al 1° marzo 2019, altrimenti basteranno due anni.
Le bollette dell’acqua vanno conservate per due anni, se emesse dopo il 1° gennaio 2020 e cinque anni se sono state emesse prima del 1° gennaio 2019.
Infine è meglio non buttare prima di cinque anni le bollette telefoniche.
Fatture ed estratti conto
Le fatture della telefonia e quelle relative alle rate del mutuo vanno conservate per cinque anni.
Mentre, bisognerà aspettare dieci anni prima di buttare estratti conto bancari, atti notarili, rogiti, atti di matrimonio, separazione o divorzio, attestati e diplomi.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it