conoscere-tasso-eurirsConoscere il tasso Eurirs per trovare il mutuo migliore: questo è il momento giusto. Il tasso Eurirs si sta muovendo sotto la supervisione della Banca Centrale Europea: l’istituto guidato da Mario Draghi ha stabilito di seguire una politica cautelativa per gli istituti di credito, e ciò ha determinato una riduzione dei valori sui mercati europei.


Questo avrebbe dovuto essere l’anno dei primi aumenti dei tassi successivamente a un lungo periodo di cali costanti. Gli analisti si aspettavano un recupero fisiologico, insomma, e anche per questo il campanello di allarme che è suonato negli ultimi mesi del 2018 per colpa dello spread ha fatto temere il peggio agli economisti e alla politica. Invece il corso degli eventi ha assunto tutta un’altra direzione, ma quel che è certo è che al momento stiamo vivendo ancora una stagione di tassi ai minimi termini.

Come si sta comportando il tasso Eurirs?

Mentre l’Euribor dimostra di essere piuttosto stabile, non allontanandosi di troppo dai valori minimi fatti riscontrare nel corso degli ultimi tre anni, il tasso Eurirs è sceso il 10 maggio al di sotto dell’1%: in particolare quello a 20 anni è giunto addirittura allo 0.99%. Ma che cos’è l’Eurirs? In breve, lo si può definire come il tasso che la Banca Centrale Europea individua per calcolare il tasso fisso. Ebbene, valori tanto bassi non si vedevano da quasi tre anni, cioè dal novembre del 2016, quando i tassi avevano cominciato un calo costante.

Come scegliere il mutuo giusto

Viene spontaneo domandarsi, a questo punto, se allo stato attuale la soluzione più indicata da adottare sia il tasso fisso. In effetti molti elementi lasciano ipotizzare che sia proprio questo il mutuo più conveniente, perché con una rata fissa è come se si acquistasse una specie di polizza assicurativa per la vita. Tuttavia è bene non lasciarsi cogliere dai facili entusiasmi e non pensare che ci sia una risposta universale e valida per tutti: il mutuo resta un prodotto che si deve adattare alle esigenze e alle aspettative del singolo cliente, e in quanto tale va ritagliato su misura e personalizzato.

Quali aspetti considerare

Di certo uno dei fattori più importanti che devono essere valutati è quello relativo alla durata: bisogna comprendere, dunque, per quanto tempo si ha in mente di impegnarsi, e solo sulla base di tale constatazione si può arrivare a un primo esame tra un mutuo a tasso fisso e uno a tasso variabile. Per un prodotto che durerà 30 anni, per esempio, la priorità a cui pensare è quella di proteggersi rispetto a probabili aumenti che prima o poi si verificheranno in futuro, mentre con un prodotto che dura la metà si può rischiare con un tasso variabile. Per altro, è certo che almeno per tutto il 2019 i tassi rimarranno sui valori attuali, e anche nel caso in cui dovessero ricominciare a crescere ci sarà bisogno di diverso tempo prima che arrivino ai valori del tasso fisso.

I costi del tasso fisso e quelli del tasso variabile

A determinare il costo di un mutuo è, di sicuro, il costo dei tassi nel preciso momento storico in cui esso viene sottoscritto. Ciò non vuol dire, però, che esso sia il solo criterio su cui basarsi. Per esempio, al momento il costo del denaro è molto basso, ma questo non implica che il tasso di interesse sui mutui debba, a propria volta, essere ai minimi per tutte le banche.

Le offerte degli istituti di credito

Dando uno sguardo attento alle diverse offerte delle banche è facile notare differenze anche considerevoli, che in alcuni casi possono toccare l’1%. Così, ipotizzando di scegliere un mutuo da 100mila euro, in un anno si possono spendere fino a 600 o 700 euro in meno o in più.