Stando alle statistiche, sono i telefonini la principale causa di separazione tra i coniugi. Ma “spiare” il proprio partner, ad esempio tramite Whatsapp, può essere considerato lesivo del diritto alla privacy?
Una volta che il coniuge tradito abbia dimostrato l’infedeltà dell’altro, null’altro deve fare perché tale dimostrazione è sufficiente a far presumere al giudice (in modo automatico) che tale tradimento sia stato l’effettiva causa della separazione,
In tema di separazione tra coniugi, secondo la C. App. Trento, sent. n. 249/15, l’inosservanza dell’obbligo di fedeltà coniugale rappresenta una violazione particolarmente grave, la quale, di norma determina l’intollerabilità della prosecuzione della convivenza; pertanto essa deve ritenersi, di regola, circostanza sufficiente a giustificare l’addebito della separazione al coniuge responsabile.
In un contesto di coabitazione e di condivisione di spazi e strumenti di uso comune quale quello familiare, la possibilità di entrare in contatto con dati personali del codice è del tutto probabile e non si traduce necessariamente in una illecita violazione di dati personali.
A rilanciare questa tesi ci ha pensato anche il Tribunale di Roma, con la sent. n. 6432/16. L’apertura del cellulare del proprio coniuge, per spiare tra gli sms e le chat di Whatsapp, allo scopo di cercare le tracce di un eventuale tradimento, è infatti lecita se l’apparecchio, ad esempio è stato lasciato incustodito in casa.
La stessa natura del vincolo matrimoniale implica un affievolimento della sfera di riservatezza di ciascun coniuge, e la creazione di un ambito comune nel quale vi è una implicita manifestazione di consenso alla conoscenza di dati e comunicazioni di natura anche personale, di cui il coniuge in virtù della condivisione dei tempi e degli spazi di vita, viene di fatto costantemente a conoscenza a meno che non vi sia una attività specifica volta ad evitarlo.
Infine, una recente sentenza della Cassazione, sent. n. 5510/17 del 6.03.2017, non c’è bisogno di dimostrare una relazione amorosa in atto se si rivengono messaggi amorosi sul telefonino del marito o della moglie: tanto basta ad addebitare la causa della separazione al coniuge presunto infedele.
Secondo la Cassazione, infatti, sussistono i presupposti per porre a carico di entrambe le parti l’ulteriore contributo dovuto per legge. Il messaggio proveniente da un/a ipotetico/a amante non deve anche essere avvalorato dalla prova di una relazione in corso. Basta quel semplice dato testuale e, magari, qualche emoticon con i cuoricini a dimostrare l’infedeltà.
Sono stato con una ragazza per quattro anni e stavo progettando di proporle. Poi un giorno, ha detto che voleva prendersi una pausa per capire le cose. Questo è stato circa quattro anni fa. Si è sposata circa due anni dopo la sua "pausa" con un collega che in seguito ho scoperto grazie all'aiuto di hackgoodnesstech su insta, gram un ragazzo pro tech che mi aveva tradito per tutto il tempo che eravamo insieme. All'epoca ero devastato, ma ora penso che fosse tutto per il meglio. Inoltre, è un piccolo mondo, perché suo marito la tradisce con qualcuno che conosco.… Leggi il resto »