Positivo il dato delle nuove adesioni: 237. Il presidente Bortolussi: “strumento efficiente ed efficace pur tra numerose criticità”.
Un quadro di buona tenuta pur in una situazione di grande difficoltà tra crisi economica, chiusura di aziende, diminuzione degli impieghi del sistema bancario e nuove regole che hanno spinto alcuni istituti di credito ad accreditarsi direttamente con Mediocredito centrale, disintermediando così i Confidi.
Confidi Friuli, in attesa dell’approvazione del bilancio 2014 prevista a fine marzo, anticipa alcuni numeri: 80,4 milioni di importi deliberati, 38,6 milioni di garantito, 86,6 milioni di garanzie in essere, 975 pratiche e 237 nuove adesioni (5.360 i soci al 31 dicembre). Cifre, commenta il presidente Michele Bortolussi evidenziando anche l’utile nella gestione caratteristica, “in linea con quelle 2013, con l’unica eccezione del garantito (-10%) su cui pesa però l’esaurimento della Lr 23, normativa che, attraverso la suddivisione delle cogaranzie tra Confidi (40%), Frie (40%) e banche (20%), con l’ulteriore controgaranzia della Regione, ci ha consentito di mettere in fila 171 operazioni per 35 milioni di euro in tre anni.
L’auspicio è che il ddl ‘Rilancimpresa’ all’attenzione del Consiglio regionale ci consenta di recuperare già nel 2015 sull’unico fronte su cui l’operatività ha segnato il passo”. In un anno in cui si sono sommate varie criticità, ribadisce il presidente, “con tante aziende costrette a badare più al consolidamento che agli investimenti, Confidi Friuli si è confermato strumento chiave di sostegno alle Pmi del territorio”. Non a caso “la Regione, dimostrando di avere ben compreso l’importanza del sistema garantistico in funzione anti-crisi, ha sostenuto i Confidi con un finanziamento di 10 milioni, decisivo per risanare le perdite degli ultimi due-tre anni”.
Per Confidi Friuli il 2014 ha ulteriormente confermato la lungimiranza della decisione del 2009 di aggregare i comparti industria e commercio, con la conseguente iscrizione nell’elenco speciale di Banca d’Italia, il 107, “una scelta voluta da Confcommercio, Confindustria e Confapi che ha portato a una struttura finanziaria di garanzia fondamentale per le pmi e ci ha fatto crescere in competenza e professionalità, nel rispetto delle regole fissate da Banca d’Italia”, rileva da parte sua il vicepresidente Pietro Cosatti.
FONTE: Confcommercio