Niente modifiche per il Dl salva-spese: è stata confermata la stretta sul Superbonus e sul Bonus barriere architettoniche.
Come previsto, la commissione Finanze della Camera ha completato l’esame della legge di conversione del decreto Salva-spese (decreto legge n°212/2023) e ha bocciato tutti gli emendamenti presentati, sia quelli della maggioranza che quelli dell’opposizione.
Lunedì prossimo, perciò, il testo andrà in Aula nella forma approvata dal Governo alla fine dello scorso anno.
Nessuna deroga, quindi, per il Superbonus e il Bonus barriere architettoniche.
Ecco nel dettaglio.
Confermata stretta Superbonus e Bonus barriere architettoniche: nessuna deroga in programma
Ieri, 25 gennaio 2024, la commissione Finanze della Camera ha concluso il voto sugli emendamenti al decreto Superbonus e ha approvato il mandato al relatore, Guerino Testa, a riferire in Aula, dove il provvedimento è atteso per lunedì 29 gennaio.
Il decreto è stato approvato nella versione originale, senza apportare alcuna modifica. Gli emendamenti, su cui il Governo ha espresso parere negativo, sono stati tutti respinti.
Dal decreto, arriva anche il ridimensionamento per il bonus barriere architettoniche. Dal 2024, infatti, non sarà più applicabile agli infissi e al rifacimento dei bagni e sarà cedibile solo in casi molto limitati. La restrizione riduce, in maniera considerevole, le opzioni a disposizione dei proprietari di immobili che intendono rendere più accessibili le loro proprietà.
Le reazioni della politica
Per il relatore del decreto, Guerino Testa, si tratta di un esito inevitabile:
“Pur comprendendo la delusione e le richieste dei corpi intermedi, bisogna sottolineare che un Governo che ha come obiettivo prioritario la salvaguardia dei conti pubblici non poteva fare altro che bloccare il superbonus. È una misura che avrebbe dovuto essere, sin dall’inizio, a termine. Che avrebbe dovuto avere dei limiti molto più stretti di applicazione, come un tetto ai redditi o l’esclusione delle seconde case. Il conto finale potrebbe arrivare anche a 130-140 miliardi”.
L’opposizione, invece, non ci sta. Alcune richieste per avere maggiore tempo sono rimaste inascoltate, dopo che alcuni incendi o altre cause di forza maggiore (come l’incendio a Colli Aniene a Roma) hanno colpito i condomini e impedito di rispettare la dead line di fine 2023 per il Superbonus.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it