concussione-e-corruzione-in-italiaIl sistema Pubblico Italiano (che sia politico o strettamente amministrativo) ha da sempre a che fare con due piaghe endemiche: concussione e corruzione. Ma qual è la situazione attuale? Il Covid-19 ha peggiorato le cose?


La gestione della “cosa pubblica” ha da tempo assunto volumi importanti.

Una prima “considerazione” dei delitti contro la Pubblica Amministrazione è arrivata soltanto in piena epoca Fascista, con la promulgazione del Codice Rocco, che, dopo alcune revisioni, costituisce l’attuale Codice Penale Italiano.

A partire poi dal secondo dopoguerra i reati in questo ambito si sono moltiplicati e hanno raggiunto un livello endemico all’inizio degli anni ’90, durante il cosiddetto periodo di Tangentopoli. Un caso che ha portato a una revisione e un rafforzamento delle norme penali.

Pertanto piaghe sociali come peculato, concussione e corruzione fanno ormai tristemente parte del nostro apparato amministrativo.

La situazione attuale in epoca Covid

Corruzione e concussione sono reati tristemente “storici” nella nostra Repubblica Italiana. Da sempre, infatti, accompagnano campagne elettorali, insediamenti o mandati di molti uffici pubblici.

Ma in epoca attuale, con la normalità pregiudicata dall’emergenza da Covid-19?

Per comprendere meglio la situazione attuale è bene fare riferimento all’aggiornamento arrivato a fine 2020 dell’Indice di Percezione della Corruzione di Transparency International Italia – Associazione contro la Corruzione, che fornisce una ricognizione completa.

Quest’indice misura la percezione della corruzione nel settore pubblico e nella politica in numerosi Paesi di tutto il mondo. Alla base si consultano esperti in materia e si assegna una valutazione che va da 0, per i Paesi ritenuti molto corrotti, a 100, per quelli ineccepibili.

Oggi l’Italia si classifica al 52esimo posto sui 180 Paesi oggetto dell’analisi, perdendo una posizione in graduatoria rispetto all’anno 2019.

Per visualizzare le grafiche e l’analisi completa dell’indice clicca su questo link.

Occorre dire che negli ultimi anni l’Italia ha compiuto significativi progressi nella lotta alla corruzione, con un progressivo miglioramento del suo ranking a partire dal 2012.

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Infatti, nella legislazione vigente del nostro paese:

  • risulta introdotto il diritto generalizzato di accesso agli atti rendendo più trasparente la Pubblica Amministrazione ai cittadini
  • esiste una nuova disciplina a tutela dei whistleblower
  • inoltre la normativa attuale ha reso più trasparenti i finanziamenti alla politica
  • e la legge ha inasprito le pene previste per questo tipo di reati.

Tuttavia, le sfide poste dall’emergenza Covid-19 possono mettere a rischio gli importanti risultati conseguiti.

In modo particolare occorre:

  • non abbassare l’attenzione verso il fenomeno
  • e prevedere ed attuare i giusti presidi di trasparenza e anticorruzione, in particolare per quanto riguarda la gestione dei fondi stanziati dall’Europa per la ripresa economica.

Ovviamente occorre attendere, per avere una panoramica più completa, l’aggiornamento dell’indice per l’anno 2021: solo allora potremmo capire meglio quanto l’emergenza da Covid-19 abbia influito negativamente sul nostro sistema amministrativo.

Cosa si intende per delitti contro la Pubblica Amministrazione?

I reati contro la Pubblica Amministrazione sono nello specifico disciplinati dagli articoli che vanno dal 314 al 360 del Codice Penale.

In estrema sintesi rientrano all’interno di questo insieme tutti quei “delitti” che interessano:

  • il prestigio della cosa pubblica
  • il naturale rapporto di fiducia che deve esistere tra il cittadino e lo Stato.

Gli attori di questo “palcoscenico criminale” possono essere sia interni che esterni.

Nel primo caso ci si riferisce agli illeciti commessi dai pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio; mentre nel secondo caso le ingerenze arrivano dall’esterno, commesse dai privati contro la Pubblica Amministrazione.

Se nel primo caso parliamo di reati quali, ad esempio, dei già citati in precedenza peculato, concussione e corruzione, nel secondo ci riferiamo a minacce o resistenza a pubblico ufficiale o ad interruzione di pubblico servizio.

Qui ci soffermeremo in breve sui reati che vengono compiuti dal Funzionario Pubblico.

Alcuni profili di illecito commesso da Pubblico Ufficiale

In questa breve analisi ci soffermeremo su corruzione e concussione.

Se infatti il peculato può essere “semplicemente” descritto come un appropriamento indebito di fondi o strumenti di utilizzo pubblico, un po’ più complicato si fa il discorso riguardante queste altre due fattispecie, che rappresentano un po’ due facce della stessa medaglia.

Corruzione

È il reato che interessa un pubblico ufficiale che, per l’esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, indebitamente riceve, per sé o per un terzo, denaro o altri “favori”.

Ed ancora il funzionario pubblico commette reato anche se determina un ritardo oppure omette l’approvazione di un atto, inquinando l’integrità e la trasparenza di una determinata pratica.

Costituisce un aggravante il favorire o danneggiare una parte in un processo civile, penale o amministrativo; oppure corrompere o istigare alla corruzione soggetti terzi in ambito pubblico.

Si tratta di una serie di reati gravissimi: le pene comminate vanno da 1 a 6 anni di carcere nei casi meno gravi per arrivare dagli 8 ai 20 anni nei casi con aggravanti.

Concussione

Il reato quasi “gemello” della corruzione è la cosiddetta concussione (un’analisi dettagliata è disponibile a questo link), ma che si discosta da questo per alcuni elementi.

Anche al centro di questa tipologia delittuosa c’è una somma di denaro o, comunque, un atto di “favoritismo” nei confronti del pubblico ufficiale. Tuttavia muta lo sfondo che circoscrive il reato.

Se nella corruzione, infatti, si tratta di un atto “contraccambiato”, dove lo scambio è reciprocamente pattuito, nel caso della concussione la situazione cambia.

La concussione ha infatti un presupposto coercitivo nella sua natura: il funzionario pubblico diventa soggetto attivo ed esercita con la forza l’atto di corruzione.

Il pubblico ufficiale dunque, commette un vero e proprio abuso di potere: può forzare, tramite l’intimidazione o la violenza vera e propria, qualcuno a dare o promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altri tipi di agevolazioni illecite.

Si tratta, anche in questo caso, di un reato gravissimo, che può comportare la reclusione da 6 a 12 anni.

Reati simili ma che dunque hanno una natura di fondo diversa:

  • la corruzione ha alla base il consenso partecipato
  • la concussione, invece, ha alla base la costrizione violenta.

Conclusioni

Come abbiamo visto il Covid-19 rischia di pesare ulteriormente sulla situazione dei reati contro la Pubblica Amministrazione: e corruzione e concussione hanno aperto delle nuove frontiere per insidiarsi subdolamente all’interno del sistema pubblico.

In questi giorni si sta discutendo tra le altre cose, la Riforma della Giustizia Italiana, che presenta tra i punti in discussione, anche alcuni capitoli dedicati ai reati nelle PA, anche se ancora è tutto in divenire.

Riusciranno i nostri legislatori ad arginare le attuali lacune causate dall’emergenza Covid del sistema giudiziario?

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it