Una recente sentenza del Consiglio di Stato, la numero 5514/2024, impone il risarcimento al Comune che non rispetta un contratto sottoscritto con una società e che, in tal modo, infrange i principi di correttezza e buona fede.
Nel caso in esame, infatti, l’accordo, che prevedeva impegni specifici da entrambe le parti, è stato vanificato da un precedente impegno dell’amministrazione comunale che ha impedito la realizzazione del progetto.
L’accordo stipulato tra il Comune e la società prevedeva che la società avrebbe eseguito lavori di bonifica di un’area specifica e avrebbe realizzato un impianto di smaltimento dei rifiuti. Tuttavia, la società si è trovata impossibilitata a rispettare tali impegni a causa di un impegno precedente assunto dal Comune.
La società ha pertanto adempiuto ai propri impegni, acquistando l’area e bonificandola in previsione del progetto. Tuttavia, una successiva modifica alle norme tecniche di attuazione del piano regolatore, approvata dall’Unione dei Comuni di cui l’Ente pubblico fa parte, ha impedito la realizzazione dell’impianto di smaltimento dei rifiuti.
E così il caso è finito in tribunale, finendo sotto la lente d’ingrandimento dei giudici amministrativi.
Il Comune che non rispetta un contratto deve risarcire la società
Secondo i giudici amministrativi, infatti, il comportamento del Comune è stato giudicato improntato a una mancanza di serietà e responsabilità, configurandosi come culpa in contrahendo. Questo principio, radicato nel diritto civile, impone la correttezza e la buona fede nelle trattative precontrattuali, obbligando il Comune a risarcire i danni subiti dalla società.
Il Consiglio di Stato ha ribadito pertanto l’importanza dei principi di correttezza e buona fede nell’esecuzione dei contratti, sanciti dagli articoli 1175 e 1375 del codice civile e dal dovere costituzionale di solidarietà (art. 2 della Costituzione). Questi principi sono applicabili ovviamente anche agli accordi tra enti pubblici e privati.
Il Comune deve pertanto risarcire la società per le spese sostenute in relazione agli obblighi contrattuali, comprese le spese legali, i costi di bonifica e le spese amministrative e tecniche. Non sono invece risarcibili le spese per l’acquisizione dell’area e quelle non documentate o non previste dall’accordo.
I giudici hanno imposto all’ente 180 giorni per effettuare il pagamento delle spese ristorabili, a partire dalla data di presentazione della documentazione giustificativa da parte della società.
Buona fede e correttezza nei contratti pubblici
I principi di buona fede e correttezza sono fondamentali nel diritto contrattuale e assumono una rilevanza particolare nei contratti pubblici. Questi principi si basano sull’idea che le parti di un contratto debbano agire con lealtà, onestà e reciproco rispetto, evitando comportamenti ingannevoli o dannosi. Vediamo nel dettaglio come si applicano e quali sono le loro implicazioni nei contratti pubblici.
Definizione
Buona fede: questo principio implica che le parti di un contratto devono comportarsi in maniera leale e sincera, evitando di trarre vantaggio a scapito dell’altra parte attraverso comportamenti subdoli o ingannevoli. La buona fede si divide in:
- Buona fede soggettiva: La convinzione di agire correttamente senza intenzione di ingannare.
- Buona fede oggettiva: Comportamento conforme agli standard di onestà e lealtà riconosciuti dalla società.
Correttezza: questo principio è strettamente legato alla buona fede e richiede che le parti rispettino gli obblighi contrattuali con trasparenza e integrità, evitando condotte che possano danneggiare l’altra parte o rendere difficile il perseguimento degli obiettivi contrattuali.
Applicazione nei contratti pubblici
Nei contratti pubblici, questi principi sono essenziali per garantire che l’amministrazione agisca nell’interesse pubblico e nel rispetto dei diritti dei privati. La Pubblica Amministrazione, infatti, deve mantenere un comportamento trasparente, imparziale e rispettoso dei principi di legalità, efficienza ed economicità. Ecco come si concretizzano:
- Fase precontrattuale (Culpa in Contrahendo): durante le trattative, la Pubblica Amministrazione deve fornire informazioni veritiere e complete, evitando di generare aspettative ingannevoli. La responsabilità precontrattuale (culpa in contrahendo) si verifica quando una delle parti, con il proprio comportamento sleale, causa danni all’altra parte che si è affidata in buona fede alle trattative.
- Formazione del contratto: il contratto deve essere redatto in maniera chiara e trasparente, specificando con precisione gli obblighi di entrambe le parti. Le clausole contrattuali devono essere formulate in modo da non lasciare spazio a interpretazioni ambigue o ingannevoli.
- Esecuzione del contratto: durante l’esecuzione, la Pubblica Amministrazione deve rispettare gli impegni presi, evitando ritardi ingiustificati, modifiche unilaterali delle condizioni contrattuali e comportamenti che possano mettere in difficoltà il contraente privato.
- Modifica e risoluzione del contratto: eventuali modifiche al contratto devono essere concordate tra le parti e motivate da ragioni oggettive. La risoluzione del contratto deve avvenire secondo le condizioni stabilite e non deve essere utilizzata come strumento per evitare obblighi contrattuali.
Esempi di applicazione
- Modifica delle norme urbanistiche: come nel caso del Comune sanzianto dal Consiglio di Stat, la modifica delle norme urbanistiche che preclude la realizzazione di un progetto concordato può costituire una violazione dei principi di buona fede e correttezza, se fatta senza un adeguato confronto con la parte privata e senza considerare gli impegni presi.
- Appalti pubblici: Nei contratti di appalto pubblico, la Pubblica amministrazione deve rispettare rigorosamente i termini contrattuali e le specifiche tecniche pattuite, evitando cambiamenti arbitrari che potrebbero danneggiare l’appaltatore.
- Trasparenza nelle gare d’appalto: Durante le gare d’appalto, la Pubblica amministrazione deve assicurare che tutte le informazioni siano accessibili a tutti i concorrenti e che le procedure siano condotte in maniera equa e trasparente.
Il testo della sentenza
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it