In un recente video il Dottor Simone Chiarelli offre un interessante commento con un’ampia panoramica sulla nuova riforma degli appalti pubblici.
Il panorama normativo italiano dei contratti pubblici si arricchisce di una significativa novità con l’emanazione del decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36, noto come “Nuovo Codice dei Contratti Pubblici”. Frutto dell’attuazione della legge 21 giugno 2022, n. 78, questo decreto si compone di cinque libri, contando ben 229 articoli e 38 allegati.
Struttura del nuovo Codice
Il Codice si fonda su principi chiave, quali il principio del risultato, della fiducia, e dell’accesso al mercato. La sua struttura riflette un approccio più snello rispetto al precedente codice del 2016, riducendo commi, parole, e caratteri, con allegati che sostituiscono fonti attuative precedenti.
In estrema sintesi queste sono alcune delle principali novità strutturali:
- la Parte I del Libro I introduce i principi generali, tra cui spiccano la solidarietà e sussidiarietà orizzontale, l’autonomia contrattuale, e la tassatività delle cause di esclusione.
- nella Parte III del Libro I, dedicata alla programmazione, emergono disposizioni innovative come il procedimento di localizzazione delle opere di interesse statale (Art. 38) e la definizione di infrastrutture strategiche e prioritarie (Art. 39).
- il Libro IV, incentrato sul partenariato pubblico-privato (PPP) e le concessioni, rappresenta un’inversione sistematica rispetto al passato, con particolare attenzione alla durata limitata delle concessioni.
- il Libro V conclude il Codice, riordinando e revisionando le competenze dell’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), fissando l’entrata in vigore al 1° aprile 2023.
Ulteriori norme e aggiornamenti successivi all’entrata in vigore
Successivamente all’entrata in vigore del nuovo Codice, diverse disposizioni si sono susseguite, orientate principalmente a rispondere alle esigenze degli interventi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Tra queste, l’articolo 29 del decreto-legge 144/2022 introduce un meccanismo di preassegnazione automatica delle risorse finanziarie per gli enti locali attuatori degli interventi del piano complementare.
L’articolo 32 dello stesso decreto-legge affida ad Invitalia S.p.A. la promozione di accordi-quadro per l’affidamento di servizi tecnici e lavori, accelerando gli investimenti del PNRR.
La legge di bilancio 2023 (L. 197/2022) introduce ulteriori misure per affrontare aumenti eccezionali dei prezzi, tra cui la possibilità di utilizzare risorse non utilizzate per far fronte agli aumenti dei costi.
Le novità dal 1° gennaio 2024
Dal 1° gennaio 2024, infine, la digitalizzazione degli appalti acquisisce piena efficacia, come previsto dal nuovo Codice degli Appalti e dagli impegni presi con il PNRR.
Verranno meno i regimi transitori di pubblicità legale nei contratti pubblici, le attività riguardanti il ciclo di vita dei contratti pubblici e rientranti nell’ecosistema di approvvigionamento digitale e l’utilizzo delle piattaforme di approvvigionamento digitale certificate da parte delle stazioni appaltanti e centrali di committenza qualificate, anche con riserva.
La disciplina in tema di digitalizzazione sarà applicabile anche alle procedure di affidamento comprese nel PNRR avviate a partire dal 1° gennaio 2024.
Maggiori informazioni sono disponibili qui.
Un commento alla nuova riforma degli appalti pubblici
Per un approfondimento su questa ampia materia, Simone Chiarelli, dirigente di Pubblica Amministrazione Locale ed esperto in questioni giuridiche di diritto amministrativo nei settori degli appalti, SUAP, e disciplina generale degli Enti locali, ha messo a disposizione un video di un recente webinar sull’argomento.
Potete visualizzare il video completo nel player qui di seguito.
Fonte: articolo della redazione, video di Simone Chiarelli